Giovanni Trapattoni non pensa alla pensione. Il tecnico, che da giocatore, in una storica Milan-Santos, nel ’63 non fece vedere palla a Pelé, a 74 anni suonati, pensa al domani, negando tuttavia di aver avuto contatti con la Lazio per il dopo Petkovic.
Il Trap, intervenuto ai microfoni di “Radio anch’io sport”, su RadioUno, dopo aver parlato della conclusione, un divorzio consensuale, della sua fortunata esperienza sulla panchina della nazionale irlandese, confessa di avere sul tavolo diverse proposte di lavoro, ma il suo pensiero, ormai, resta rivolto verso l’estero. Difficile dunque rivederlo agitarsi e fischiare su una panchina della nostra Serie A.
Parole paterne anche per il suo ragazzo ribelle, Cassano e per Mario Balotelli. “Certi giovani – dice il tecnico di Cusano – non hanno ancora capito quanto siano importanti per le proprie squadre. A volte tali giocatori possono compromettere i risultati delle squadre eppure sono dei potenziali enormi, capitali tecnici. Sono rigido sul piano comportamentale ma è importante che ci siano certi equilibri all’interno delle società e credo si possa sopperire anche a certe marachelle. A volte la critica prende di mira alcuni talenti che non sono consapevoli della loro forza e il riflesso che hanno sulla popolarità”.