Sono centinaia i migranti cascati nella truffa di un’associazione per delinquere con sede a L’Aquila, capoluogo dell’Abruzzo. Pagavano circa sette mila euro per ottenere un falso posto di lavoro utile all’ottenimento del permesso di soggiorno. L’inganno è stato scoperto dalla Questura che, dalle prime ore dell’alba di questa mattina, sta eseguendo arresti e perquisizioni in tutta la provincia aquilana, nell’ambito dell’operazione denominata “Fake job”.
In particolare gli agenti della squadra mobile della questura dell’Aquila, stanno eseguendo undici arresti disposti dal gip Marco Billi, su richiesta del pm della Dda del capoluogo, David Mancini, nei confronti di altrettanti indagati, 5 italiani datori di lavoro e titolari di aziende agricole, e 6 stranieri che facevano da intermediari con i loro connazionali.
Gli indagati promettevano un lavoro agli stranieri, attraverso l’ottenimento di un regolare visto di ingresso, ma una volta giunti in Italia gli extracomunitari non venivano assunti, nonostante avessero sborsato diverso denaro.