Sono state 1.143, nel 2012, le rapine che hanno preso di mira le farmacie, una in più rispetto a quelle contate l’anno precedente. In termini percentuali, si registra un incremento dello 0,1%, dato positivo se confrontato con il +5,1% registrato nel 2011 e il +10,3% del 2010. E’ la stima che arriva dal IV rapporto dell’Osservatorio Ossif, il centro di ricerca dell’Associazione bancaria italiana sulla sicurezza anticrimine, realizzato in collaborazione con il ministero dell’Interno e il contributo di Federfarma, Federdistribuzione, Confcommercio, Assovalori e Poste Italiane.
Dopo un biennio di netta crescita, quindi, gli assalti ai danni di presidi della croce verde fanno segnare una brusca frenata, che rischia però di non ripetersi quest’anno, secondo Gioacchino Nicolosi, vicepresidente di Federfarma. “La battuta d’arresto che si riscontra nel 2012 rappresenta un segnale apprezzabile – spiega – ma, dai dati di cui disponiamo per il 2013, si può già parlare di una nuova recrudescenza”. Quindi, a meno di una settimana dalla drammatica rapina avvenuta nel palermitano e costata la vita a Giuseppina Jacona, 79 anni, Nicolosi sottolinea “la vulnerabilità delle farmacie, spesso paragonabili ad avamposti in quartieri isolati e realtà di frontiera”.
Nella classifica degli esercizi maggiormente a rischio, infatti, rimangono al secondo posto, con lo stesso valore del 2011, ovvero 6,4 rapine ogni cento punti vendita, dopo i supermercati (13,6) e prima delle banche e poste (3,8). Entrando nel dettaglio, emerge, inoltre, che in alcune regioni, per le farmacie, l’incidenza del rischio è superiore alla media nazionale: in particolare in Campania (6,6), Piemonte (8,2), Sicilia (8,5), fino ad arrivare al doppio in Lombardia (12,6) e nel Lazio (13,1).