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Imu, i Comuni alzano la voce: “Fare chiarezza”

Nella sospensione della seconda rata Imu ci sarebbe una beffa: i 600 Comuni che hanno alzato le aliquote non sono salvi, anzi chi ha una casa in uno di essi dovrà pagare metà di quanto previsto dall’aumento, mentre dell’altra metà si farebbe carica il governo stesso. A meno che i Comuni non decidano di rinunciare a quel gettito. Una situazione di incertezza che fa infuriare Piero Fassino, il presidente dell’Anci.

“Il Governo faccia rapidamente chiarezza sulla seconda rata dell’Imu 2013 e onori gli impegni assunti con i contribuenti e i Comuni italiani”, tuona Fassino , che difende i suoi: “I sindaci hanno dimostrato ampiamente responsabilità e spirito propositivo, ma non si può abusare della loro pazienza e tanto meno si può abusare della pazienza dei cittadini”.

La decisione di far pagare ai contribuenti il 50% dell’aumento delle aliquote Imu sulle prime case decise dai Comuni nel 2013, porterebbe una mini stangata di 42 euro medi per i residenti nei Comuni che quest’anno hanno deciso aumenti di aliquote. Lo ha spiegato Guglielmo Loy, segretario confederale Uil: “Secondo i calcoli del Servizio Politiche Territoriali della Uil, il conto a Milano è di 73 euro (nel 2012, però, si sono pagati 292 euro medi); a Bologna di 40 euro medi (321 euro nel 2012); a Napoli di 38 euro medi (379 euro nel 2012); a Genova di 31 euro medi (72 euro nel 2012); ad Ancona di 21 euro medi (341 euro nel 2012); a Verona di 31 euro medi (281 euro nel 2012)”.

Alessia Bellomo

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Alessia Bellomo
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