La corsa ai finanziamenti europei per i prossimi sette anni è già iniziata. La Sicilia si troverà a gestire una dote finanziaria di circa 6 miliardi di euro, oltre ai fondi gestiti direttamente da Bruxelles e ai quali tutti, cittadini ed enti, potranno accedere. Da qui la necessità per le imprese di acquisire tutte le informazioni operative e gli strumenti indispensabili per essere competitive.
Di questo si è discusso stamattina, presso la sede di Confindustria Sicilia, in occasione del seminario “Verso l’Europa 2020, la programmazione comunitaria e le opportunità per le imprese e le regioni”, organizzato da Confindustria Sicilia, in collaborazione con Confindustria Bruxelles.
Un appuntamento che rientra nell’ambito degli Een Days italiani, la settimana (25-30 novembre) di seminari, workshop, eventi B2B organizzati dai partner italiani dell’Enterprise Europe Network (Een) all’interno della Settimana europea delle pmi.
“Nella nuova programmazione europea 2014-2020 – ha spiegato Giada Platania, responsabile di Een in Confindustria Sicilia – viene rafforzato il ruolo chiave assegnato alla rete Enterprise per sostenere l’innovazione e la competitività delle imprese. Een rappresenta nel programma Cosme lo strumento dedicato per favorire l’accesso delle imprese ai mercati, mentre nell’ambito di Horizon 2020 la rete facilita l’utilizzo dello ‘Strumento per le pmi’ per realizzare il passaggio dalla ricerca all’innovazione di processo e di prodotto”.
Opportunità che le piccole e medie imprese siciliane non possono perdere e per le quali, come hanno spiegato Gaia Della Rocca e Leonardo Pinna, delegati di Confindustria a Bruxelles, “non è necessario attendere i bandi. Bisogna farsi trovare già preparati, perché il rischio è quello di perdere il treno della crescita”.
“Stiamo attraversando un momento cruciale per la nostra economia – ha sottolineato il direttore di Confindustria Sicilia, Giovanni Catalano – perché, oltre alle risorse gestite direttamente da Bruxelles, ci sono anche i fondi strutturali 2014-2020. E la Sicilia non può permettersi di non sfruttare a pieno tutte le potenzialità dell’iniezione vitaminica di cui l’economia ha bisogno per riprendere tono. Tutto ciò necessita, però, di un disegno strategico e di capacità progettuale”.