“Profondo rosso: cchiù scuru i mezzanotte”, non può fare. La situazione prevista per il prossimo anno si fa, quindi, sempre più buia. Nel solo 2013 i posti di lavoro andati in fumo nel Mezzogiorno sono stati oltre 260 mila. La disoccupazione colpisce ormai un milione e mezzo di persone e delle aziende che chiudono sembra ormai essersi perso il conto. I dati del venticinquesimo rapporto sull’economia del Mezzogiorno della Fondazione Curella e Diste Consulting dipinge un quadro sempre più drammatico per il Sud del Paese. “Il quadro sull’andamento dell’economia nel Mezzogiorno è negativo – ha detto il presidente del Diste Consulting Antonio La Monica -, eppure, emergono degli elementi che fanno ben sperare. Il Pil non diminuirà al Sud il prossimo anno, attestandosi ai livelli di quest’anno, anche se gli occupati diminuiranno ancora, prevediamo la fuoriuscita dal mercato del lavoro di altre 100 mila persone, in totale sono 600 mila dal 2007 ad oggi”.
Durante la presentazione a Palermo, alla presenza del responsabile scientifico della fondazione Curella, Pietro Busetta, dell’assessore all’Economia della Regione Siciliana, Luca Bianchi, del suo predecessore, Gaetano Armao, del preside della Facoltà di Economia dell’Università di Palermo, Fabio Mazzola, e di Alessandro La Monica, presidente della Diste Consulting. “Per il Mezzogiorno – spiega Pietro Busetta – la fase recessiva si interromperà nel 2013, ma non si andrà avanti. Ci cureremo le ferite che abbiamo avuto da questa guerra” e sull’industria e la crescita delle infrastrutture il direttore scientifico della fondazione Curella lancia un allarme “Il Sud non riparte e se qualcuno dice che da cui a dieci anni possiamo ripartire dico che questo è un pezzo – aggiunge – se le cose rimangono così come sono non esiste futuro per il Sud“.
I consumi continueranno a diminuire. Sopratutto al Sud dove avranno un ulteriore calo del 3,7 per cento, ma non è quella che si potrebbe definire una novità. Le famiglie del Mezzogiorno, infatti, hanno diminuito, negli ultimi sei anni, i loro consumi di circa l’8,5 per cento. Ma qualcosa preoccupa di più è il dato delle famiglie, gli investimenti preconsuntivi per il 2013, infatti, hanno subito dei veri e propri crolli: il sud Italia ha visto un calo del 7,1 per cento, ma anche il resto del Paese vede diminuire gli investimenti con una diminuzione del 5,4 per cento. “Per il mercato del lavoro l’anno che sta per concludersi presenta aspetti inquietanti – si legge nel report – L’occupazione sprofonda letteralmente, con flessioni mai viste in passato: il Mezzogiorno accusa una perdita di 260 mila posti di lavoro (-4,2%); nel Centro-Nord si contano circa 275 mila occupati in meno (-1,6% sul 2012). Durante l’intera fase recessiva, dal 2007, l’apparato produttivo del Sud ha eliminato circa 600 mila occupati, a fronte dei 260 mila posti di lavoro depennati nell’area centrosettentrionale”. Il rilancio economico, secondo Gaetano Armao, non sarà un treno difficile da prendere ma sarà necessario farlo in un’ottica di rilancio, anche, dell’occupazione “Per fare tornare i giovani in Sicilia – spiega – è necessario utilizzare le giuste leve per il rilancio”.
Proprio il tasso di disoccupazione riesce, meglio di altri indici, a dipingere la situazione di grave recessione in cui versa l’intera economia italiani. Ma, come accade quasi sempre, è il Mezzogiorno a soffrire maggiormente in termini occupazionali. Durante il 2013 il numero di persone in cerca di lavoro nel Sud Italia è stato stimato ad 1.475.000 unità, all’incirca duecento mila in più rispetto al 2012, mentre rispetto al 2007, anno a cui si fa riferimento come “inizio della crisi”, le persone in cerca di lavoro sono ottocento mila in più. Una disoccupazione che spinge sempre di più i giovani a lasciare il Mezzogiorno creando così un vuoto nel futuro della struttura occupazionale e produttiva del Paese: “Il contrasto alla disoccupazione e alla fuga dei cervelli – spiega il preside della Facoltà di Economia di Palermo, Fabio Mazzola – abbiamo un problema di emergenza con i giovani che vanno via. Dobbiamo però prendere al volo, quando ripartirà la ripresa, il treno del rilancio”
Sono 300 mila i giovani tra i 15 e i 24 anni che nel primo semestre del 2013 sono in cerca di occupazione, con un tasso di disoccupazione del 51,2 per cento, mentre nel centro nord del Paese sono il 33,2 per cento i giovani in cerca di lavoro. “C’è la speranza che le attuali forze recessive – scrive il Diste in merito alle prospettive di ripresa per il 2014 – possano gradualmente dissolversi. L’anno prossimo il Pil del Mezzogiorno dovrebbe registrare un arresto e non più una diminuzione. Ma l’occupazione continuerà a contrarsi sia al Sud, -1,7% rispetto al 2013, in pratica si perderanno altri 100 mila posti di lavoro, sia al Centro-Nord”.