“Grazie, grazie, grazie”. Ha esordito così Silvio Berlusconi in via del Plebiscito, dove ha raggiunto i suoi sostenitori, che in migliaia, provenendo da tutte le regioni d’Italia, si sono riuniti in una manifestazione spontanea in sostegno del presidente di Forza Italia di cui oggi il Senato vota la decadenza (segui la diretta del voto qui). Berlusconi ha preferito non essere presente in Aula mentre i suoi colleghi parlamentari compivanno quello che ha definito il suo “omicidio politico”. “Questo è un giorno amaro, un giorno di lutto per la democrazia”, ha detto l’ex premier.
“Il Parlamento – ha proseguito sul palco Berlusconi – è soggiogato dalla magistratura. I giudici pensano che la democrazia esista soltanto se al potere c’è la sinistra. La sinistra delle Brigate rosse con cui Magistratura democratica ha avuto dei legami. Io ho subito per anni la violenza della magistratura. Dal ’94 a oggi sono 57 i processi che mi hanno gettato addosso. In nessun paese civile e democratico è mai successo nella storia un leader che abbia dovuto subire una simile persecuzione. E nel processo Mediaset sono stato condannato soltanto sulla base di teoremi e congetture. Una sentenza che grida vendetta davanti a Dio e agli uomini”.
Ma Silvio Berlusconi non vuole arrendersi: “Hanno vinto forse una battaglia. Il centrosinistra starà brindando perché mi hanno mandato al plotone di esecuzione. Ma non hanno vinto la partita. Io non mi ritiro, combatterò”. E rincuora i suoi fedelissimi: “E non disperatevi se sarò fuori dal Parlamento. Io sono qui e sto in campo. Anche da non parlamentare si può continuare a fare le battaglie. Farò come Renzi e Grillo”.
“Siamo dalla parte giusta e non tradiremo mai – ha concluso Silvio Berlusconi, lanciando un messaggio agli uomini di Alfano che si sono scissi andando a formare i gruppi del Nuovo Centrodestra. – Noi siamo missionari di verità e libertà”.
Scroscianti gli applausi di via del Plebiscito, bloccata al traffico e presidiata dalle forze dell’ordine, in cui il clima è incandescente tanto quanto in Senato. Polemiche si sono registrate per striscioni ‘inneggianti’ al colpo di Stato, poi rimossi dalle autorità di polizia, sospetti di boicottaggio all’arrivo dei pullman e ben 11 persone sono state fermate per aver tentato di forzare il blocco ed entrare a palazzo Grazioli. Alcuni manifestanti ostentano al braccio le tipiche fascette nere in segno di lutto, perché – a loro dire – “oggi muore la democrazia e lo Stato di diritto”. Tutti i parlamentari di Forza Italia sotto al palco, nell’area riservata, hanno avvolta intorno al collo la bandiera tricolore del partito.