Cocaina di altissima qualità dal Perù per la “Palermo bene”. Un traffico internazionale di droga è stato smantellato grazie all’operazione “Monòpoli”, svolta dagli agenti della squadra mobile tra il 2009 e 2010. Quindici le persone finite in manette.
L’operazione antidroga ha ricostruito il ruolo nel traffico di droga di persone già arrestate e di soggetti ancora in libertà, tra i quali alcuni insospettabili corrieri. L’indagine ha portato al sequestro di ingenti quantitativi di droga e ha consentito di tracciare la mappa delle rotte attraverso le quali gli indagati facevano giungere gli stupefacenti nel capoluogo siciliano.
“Nel 2009 la mafia cercava riferimenti in campo internazionale – spiega il procuratore aggiunto Maria Teresa Principato – in mano alla ‘Ndrangheta. Uno sforzo che Cosa nostra ha continuato nel tempo sempre nel Sud America anche con l’Argentina e il Perù. Diventa sempre più flebile il canale di approvvigionamento: Napoli”.
L’inchiesta è nata da alcune intercettazioni svolte in merito a un’indagine collaterale, sempre per droga, a Palermo. Un ruolo determinante, secondo gli investigatori, è quello di un collaboratore di giustizia Gaspare Canfarotta, che “confermando quanto emerso dalle indagini – dice Stefano Sorrentino, capo dell’Antidroga della squadra mobile di Palermo – non ha fatto altro che rafforzare il castello accusatorio”.
La droga veniva trasformata con delle nuove modalità: veniva resa in forma liquida e intrisa nei vestiti dei corrieri nella speranza che passassero indenni i controlli. Veniva poi ritrasformata attraverso un procedimento tecnico chiamato “inversione”.
Un ruolo di primo piano veniva ricoperto da una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, Memi Salvo, ex difensore del boss di Brancaccio Giuseppe Filippo Graviano. Salvo è accusato di traffico internazionale e detenzione di stupefacenti.
Già arrestato nel 1998 per associazione mafiosa. Radiato dall’ordine degli avvocati di Palermo, era tornato ad esercitare iscrivendosi al Foro di Locri ed è proprio dalla Calabria che avrebbe messo su l’associazione di trafficanti. Salvo “svolgeva il ruolo di finanziatore con circa 42 mila euro investiti in cambio di diverse partite di stupefacente”, spiega ancora Principato. Da poco Salvo aveva venduto la casa della madre per 400 mila euro.