Nonostante l’enorme diffusione, i principali motivi che portano al mancato uso dei preservativi sono in primis la possibile rottura e soprattutto la poca sensibilità all’organo durante il rapporto.
Degli studi presso l’Università di Manchester hanno trovato una soluzione ad entrambi i problemi, producendo il primo condom in grafene. Spesso come un atomo ma resistente come un diamante, questo materiale, costituto in parte da carbonio, sembra essersi accaparrato l’attenzione di molte aziende soprattutto nel settore informatico, grazie al suo possibile impiego per la produzione di componenti tecnologiche come display che, se costituiti da questo materiale, risulterebbero pressochè indistruttibili.
E parlando di settore informatico, non si può non pensare a Bill Gates. Ma l’uomo più ricco al mondo non sembra essere interessato al grafene per la fabbricazione di componenti informatiche, bensì proprio al suo utilizzo per la produzione di preservativi: la Gates Foundation, la fondazione benefica creata da lui stesso, ha donato 100 mila dollari all’Università di Manchester proprio per sovvenzionare lo sviluppo dello studio in questione.
“Attualmente si immagina di usare il grafene per i display degli smartphone, per l’imballaggio alimentare e la creazione di sensori chimici. Se il nostro progetto avrà successo, potremmo avere un uso per il grafene che toccherà la nostra vita quotidiana in modo, letteralmente, più intimo”, queste le parole di Aravind Vijayaraghavan, un esperto di materiali che conduce assieme al suo team la ricerca.
La ciliegina sulla torta, nonchè terzo pregio, è data dal fatto che il grafene conduca il calore e quindi, durante un rapporto, anche parte del piacere.