Silvio Berlusconi parla con i ragazzi del movimento giovanile della nuova Forza Italia alla convention di Giovane Italia. “Sono tre notti che non dormo perché quello che mi sta succedendo – spiega il Cavaliere – mi preoccupa moltissimo non per me, che ho un’età, ma per quello che sta accadendo al Paese, all’attacco che si sta portando alla nostra libertà senza che nessuno si alzi per dire che non è possibile”. Poi riprendendo una vecchia polemica il Cavaliere afferma: “Credo che Marcello abbia detto bene quando ha definito Mangano un eroe”.
Erano tante le bandiere di Forza Italia che hanno accolto Berlusconi che è entrato sulle note celebri di “Azzurra libertà”, storico inno del partito del Cavaliere. Ad accogliere l’ex premier Annagrazia Calabria, la coordinatrice dei giovani azzurri. Durante la convention Berlusconi ha parlato degli obiettivi ventennali di Forza Italia e dell’idea di Stato che ha maturato: “Vogliamo un Paese dove non ci siano giudici che usino i poteri per attaccare i nemici politici”.
Ma non solo di programmi e governo Berlusconi parla con i giovani del partito, la magistratura e i giudici sono al centro del suo intervento. “La magistratura nel 1964 ha fondato la corrente di ‘Magistratura democratica’ – racconta il Cavaliere – Poi questa corrente si è divisa in due, una parte è stata nella ortodossia del Partito Comunista italiano e una parte ha scelto di stare con gli extraparlamentari. Quest’ultima parte è stata poi accusata dal Pci di avere appoggiato in una assemblea le tesi delle Brigate rosse. I magistrati di ‘Magistratura democratica’ – continua – hanno pian piano preso la maggioranza anche nel Consiglio Superiore della Magistratura e tutti i colleghi, quindi, dipendono da loro. È successo che poco a poco hanno trasformato un ordine dello Stato in un contropotere capace di mettere sotto gli altri poteri dello Stato eletti dai cittadini, il potere legislativo ed esecutivo”.
La magistratura non è l’unica protagonista del sabato del Cavaliere. Ancora una volta il cavaliere ribadisce che non potrà stare al governo con chi lo vuole “uccidere” politicamente. E immediato arriva anche l’annuncio di una manifestazione di Forza Italia, proprio nel giorno in cui si deciderà del futuro da Senatore del Cavaliere, per il 27 novembre contro il voto per la decadenza. Dopo la votazione, con buone probabilità, il Cavaliere toglierà il suo appoggio al governo di Enrico Letta, mentre invece il Nuovo centro destra dovrebbe mantenere il suo appoggio all’esecutivo.
Sempre sul caso Mangano il Cavaliere spiega: “Dell’Utri ha avuto insolenze perché si è permesso di definire Mangano un eroe”, sottolinea Silvio Berlusconi, che ricostruisce la vicenda. “Marcello aveva conosciuto alla lontana un signore di Palermo dove aveva fondato una squadra di calcio per prendere i ragazzi dalla strada e quel signore si presentava per segnare le righe del campo. Lo fece venire a lavorare ad Arcore – racconta – con la moglie, i due figli e l’anziana mamma. Faceva la comunione e qualche volta sedeva al nostro tavolo. Ebbe una disavventura perché la sua azienda fallì e andò via da Arcore. La storia della sua vita non la conosco, si complicò la vita mettendosi con persone che appartenevano all’organizzazione della mafia e fu accusato di essere stato complice addirittura in un omicidio. Venne assalito dal cancro. Ogni settimana un procuratore andava da lui in carcere e gli diceva: ti mandiamo a casa oggi pomeriggio se ci racconti dei rapporti tra Marcello Dell’Utri e la mafia, tra Silvio Berlusconi e la mafia. Ma lui si rifiutò. Lo fecero uscire il giorno in cui poi morì. Credo che Marcello abbia detto bene quando ha definito Mangano un eroe”.
Poi il Cavaliere, in merito alla sua condanna e il successivo, e probabile, affidamento ai servizi sociali si rivolge al Capo dello Stato. “Non abbia esitazioni, cancelli ignominia affidamento in prova”, con queste parole il Silvio Berlusconi invita il presdiente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad accordargli la grazia. Un fiume in piena, Silvio Berlusconi, rilancia la sua iniziativa per il 27 novembre contro la sua decadenza.