Una mostra collettiva che vuole ripercorrere e reinterpretare il mito di Cristoforo Colombo, il grande navigatore ed esploratore genovese che nel Quattrocento scoprì il Nuovo Continente. La rassegna “Il mito di Colombo. Dalla scoperta alle migrazioni” è stata inaugurata venerdì sera al Dock 7 di via dell’Arsenale, 7, al porto di Palermo. Ad inaugurarla il critico e curatore d’arte Aurelio Pes e Lorenzo Zichichi del Cigno GG edizioni Roma. L’esposizione è ideata e organizzata dalla Galleria Artetika di Palermo in collaborazione con l’Autorità portuale e l’Agenzia Pietro Barbaro.
La mostra è allestita sino al 30 dicembre negli spazi un tempo utilizzati dalla Compagnia di navigazione Tirrenia per raccogliere la biancheria delle grandi navi in arrivo e in partenza dal porto del capoluogo siciliano. Un luogo suggestivo e pieno di memoria che rivive con le incisioni, le pitture su tela e le sculture di grandi maestri del panorama artistico italiano.
Gli artisti sono Piero Dorazio, Emilio Greco, Piero Guccione, Giuseppe La Parola, Umberto Mastroianni, Matta, Kino Mistral, Narcissus Quagliata, Mimmo Paladino, Mimmo Rotella, Aligi Sassu, Giuliano Vangi, Emilio Vedova.
Un omaggio a Panormus, la città araba di tutto porto, vuol essere il gigantesco trittico di quattro metri per due del pittore Ettore De Conciliis che in una visione notturna ritrae lo specchio d’acqua ai piedi del promontorio di Montepellegino, “il più bel promontorio d’Italia” come lo definì il poeta e scrittore tedesco Goethe.
Di dolorose migrazioni del nostro tempo attraverso l’Oceano Atlantico ci raccontano le originali sculture di Piero Zambuto che utilizza pezzi di legno o bidoni corrosi dal mare e che il mare ha restituito.