La guardia di finanza di Catania ha scoperto centocinquanta falsi braccianti agricoli in un’azienda fittizia di Mazzarrone che hanno percepito indennità di disoccupazione indebitamente per un milione di euro. Gli amministratori della società sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e per reati fiscali. L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Caltagirone in collaborazione con l’Inps.
Al centro delle indagini della guardia di finanza di Caltagirone, che ha denunciato 16 persone e avviato le procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite, presunte false fatture per circa 3 milioni di euro. Secondo l’accusa, l’organizzatore della truffa aveva appositamente costituito una ‘ditta fantasma’ che avrebbe assicurato ai falsi braccianti una pensione spettante agli addetti al settore, mentre in realtà erano casalinghe o svolgevano altri lavori ‘in nero’.
Il meccanismo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, prevedeva che i lavoratori pagassero il datore di lavoro per ‘comprarsi’ le giornate lavorative ed essere rimborsati successivamente dall’Inps con l’indennità di disoccupazione. Di converso, il datore non versava alcunché all’Ente previdenziale in quanto riusciva a compensare il debito contributivo con falsi crediti d’imposta derivanti dall’utilizzo delle fatture riconducibili ad operazioni inesistenti.
In questo modo, è la tesi della guardia di finanza, l’Inps veniva truffata più volte: in primo luogo perché erogava l’indennità di disoccupazione e in un secondo momento perché avrebbe dovuto erogare pensioni senza aver mai effettivamente incassato i contributi previdenziali.