Il nodo dell’Imu resta sempre sul tappeto, ma il governo si muove a grandi passi per trovare le coperture necessarie ad abolire la seconda rata e non mandare in ulteriore sofferenza gli enti locali.
Tra le soluzioni escogitate dagli uomini di Enrico Letta nella bozza del decreto, ci sarebbe l’aumento delle accise sui carburanti, a partire dal 2015 e l’innalzamento del 128% dell’acconto Ires per le banche e le assicurazioni per il 2013, percentuale che diminuirà di un punto nell’anno successivo.
Dalle tasse sui carburanti dovrebbe arrivare una grossa mano, si parla di importi non inferiori ai 1.505 milioni di euro per il solo 2015 e di oltre 42 milioni per il 2016. In merito, invece, all’Ires, gli acconti dell’imposta aumenteranno dal 100 al 101% per le società se scelgono il calcolo dell’acconto automatico. “I soggetti che applicano l’imposta sostitutiva – si legge nella bozza – sono tenuti, entro il 16 dicembre di ciascun anno, al versamento di un importo, a titolo di acconto, pari al 100% dell’ammontare complessivo dei versamenti dovuti nei primi undici mesi del medesimo anno”.
Un segnale di vita, dunque, dal governo, dopo il rinvio di giovedì pomeriggio, definito, per bocca dello stesso Letta, un “rinvio per motivi esclusivamente tecnici“. Ma dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, a Bruxelles per una riunione straordinaria dell’Eurogruppo proprio sulle leggi di stabilità, arriva la rassicurazione: il testo della manovra non cambierà.