È terminato con un maxi risarcimento in favore del Comune di Palermo il contenzioso sugli appalti per la manutenzione delle strade e della illuminazione pubblica alle imprese di Arturo Cassina, morto il 17 maggio 2000.
La prima sezione della corte d’appello ha condannato la curatela fallimentare della Farsura, una delle imprese del gruppo Cassina, a pagare circa 130 milioni di euro. I giudici hanno accertato, scrive l’edizione palermitana di Repubblica, un sistematico “modus operandi truffaldino dell’imprenditore”.
Tra il 1980 e il 1982 sarebbero stati contabilizzati lavori non effettuati o solo parzialmente eseguiti. La sentenza della sezione civile della Corte d’appello giunge dopo un travagliato iter giudiziario passato anche attraverso il processo per i grandi appalti del comune di Palermo nel quale, oltre a Cassina, era imputato Vito Ciancimino. Il rapporto tra Cassina e l’amministrazione comunale, cominciato negli anni Sessanta, venne chiuso nel 1986 dall’allora sindaco Leoluca Orlando. Alle polemiche politiche erano seguite le prime inchieste della magistratura.