Si può ridere di mafia? “L’importante è che la satira non offenda la tragedia”. Con queste parole Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, spiega come nasce il film “La mafia uccide solo d’estate”, suo debutto alla regia cinematografica, presentato questa mattina a Roma. La pellicola, interpretata da Cristiana Capotondi e dallo stesso Pif, racconta l’educazione sentimentale e civile di un bambino, Arturo, che nasce a Palermo lo stesso giorno in cui Vito Ciancimino viene eletto sindaco.
È una storia d’amore che racconta i tentativi di Arturo di conquistare il cuore della compagna di banco Flora. “In realtà non mi sono ispirato a un film in particolare – prosegue – Io le cose le faccio, punto. Non mi chiedo se sia giusto o sbagliato. Quando mi sono trasferito a Milano tutti mi chiedevano della mafia. Nell’immaginario collettivo la mafia è Riina, rozzo, vecchio, ma in realtà è anche altro e a forza di raccontarlo mi sono documentato. Faccio sempre l’esempio delle spalline: negli anni ’80 tutti le usavano e le volevano, ora a guardarle fanno orrore. E ti chiedi “come facevamo a portare certe cose senza che nessuno dicesse nulla?”.
Allo stesso modo, se tu guardi i fatti e le parole di mafia di quegli anni ti chiedi “come è possibile?!”. Non c’era bisogno di indagini, era tutto chiaro, ma perché nessuno diceva nulla, non si ribellavano? Alcuni erano collusi, altri negavano la pericolosità della mafia, quasi giustificando certi fatti e dicendo “tanto a noi non ci tocca”. Questo atteggiamento ha isolato tutti quelli che sapevano cosa era la mafia e volevano sconfiggerla”.
“La paura iniziale era se si potesse ridere della mafia e dei mafiosi – interviene Michele Astori, sceneggiatore -. Era come scherzare sull’Olocausto, ma detto da Pif che è siciliano, palermitano, abbiamo pensato fosse come ridere di se stessi. È raccontare un mondo”. Nel film vengono presentati documenti originali dell’epoca. “Le teche Rai sono state la nostra fonte – spiega Pif – sono meravigliose, bisognerebbe farne un museo. L’emozione di vedere il funerale di Dalla Chiesa e vedere i figli che arrivano al funerale in taxi ti apre un mondo…”. Le riprese si sono svolte a Palermo: “Noi abbiamo girato 4 settimane senza pagare il pizzo – racconta Pif – è qualcosa che si può fare! Il gruppo fa la forza, come i commercianti riuniti sotto ‘Addiopizzo’. Spero con questo film di aver spiegato chi erano i buoni e chi erano i cattivi”.
La protagonista femminile è Cristiana Capotondi: “Ho apprezzato soprattutto l’originalità, la diversa chiave di lettura, non sono film che si fanno tutti i giorni”. Il film parteciperà al Festival di Torino ed uscirà nelle sale il 28 novembre distribuito da 01 in oltre 200 copie.