Ha respinto tutte le accuse Concetta Cimino, la dirigente dell’assessorato alla Formazione indagata, assieme ad altre 14 persone, per un raggiro da 700 mila euro ai danni della Regione. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Alessandro Picchi, Emanuele Currao, altro impiegato regionale, usufruendo della password di Concetta Cimino girava sul suo conto e su conti correnti di imprenditori a cui doveva soldi, denaro che sarebbe spettato a ditte fornitrici alla Regione di servizi e beni.
A Currao bastava cambiare l’iban del beneficiario dei crediti. Davanti al gip Ettorina Contino, in circa due ore di interrogatorio, Cimino ha affermato che i raggiri sarebbero avvenuti a sua insaputa. La dirigente ha spiegato che c’erano due password per i pagamenti, una che avevano anche altri impiegati per caricare i dati delle pratiche e l’altra per chiuderle che aveva solo lei. Inoltre, secondo l’indagata, le pratiche avrebbero comunque dovuto essere controllate anche da altri uffici, oltre che dal suo e nessuno si è accorto della truffa. La dirigente si è difesa, inoltre, ribadendo che nel 2011 ha avviato un monitoraggio delle pratiche all’interno dell’ufficio e ha segnalato le criticità riscontrate all’ex dirigente generale del dipartimento regionale della Formazione professionale Ludovico Albert.
Infine, sui pagamenti disposti per gli altri dipendenti, Cimino ha affermato che non si trattava di denaro per gli straordinari, ma di premi di produzione. Il gip ha sentito anche gli impiegati Giampiero Spallino, Carmelo Zannelli, Michele Ducato e Marcella Gazzelli che hanno ammesso di aver ricevuto dei soldi, ma che erano dovuti per arretrati e premi produzione. Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’imprenditore Amedeo Filingeri.