I numeri indicano che l’Italia non è ancora uscita dalla crisi. Secondo i dati che emergono dalle rilevazioni Inps elaborate dall’Osservatorio Cig della Cgil Nazionale nel rapporto di ottobre la cassa integrazione sfiora le 880 milioni di ore registrate in dieci mesi. Numeri che relegano in cassa oltre 500 mila lavoratori a zero ore con un taglio del reddito per 3 miliardi e 300 milioni di euro, quasi 6 mila e 600 euro per ogni singolo lavoratore. Resta quindi inalterata la media di ore richieste ogni mese, che si attestano sulle 80/90 milioni, vicina ancora una volta a sfondare il miliardo di ore di cassa integrazione anche per il 2013.
Stime che secondo il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, “sono la palese dimostrazione di come, a dispetto di una certa retorica che vorrebbe il nostro Paese sulla via della ripersa, ci ritroviamo ancora invischiati in una crisi pesantissima con effetti drammatici sui lavoratori e sul nostro tessuto produttivo”. La dirigente sindacale sottolinea anche che “gli scioperi di questi settimana, cosi’ come le decisioni che assumeremo nei prossimi giorni sul prosieguo della mobilitazione, devono indurre governo e parlamento a cambiare radicalmente la legge di Stabilita’, perché’ dia risposte al mondo del lavoro e determinare cosi’ le condizioni di uscita dalla crisi dopo sei lunghissimi anni”. Quanto al tema della cassa integrazione, infine, Lattuada afferma che e’ “si’ necessaria una complessiva riforma degli ammortizzatori sociali che li renda effettivamente universali ma nell’emergenza non e’ possibile, come invece sta accadendo ai lavoratori con la cassa in deroga, lasciare centinaia di migliaia di persone alla deriva, senza alcun tipo di sostegno”. Cgil, Cisl e Uil hanno quindi indetto un presidio nazionale unitario per martedì’ 19 novembre a Roma per spingere verso il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga.
Il ricorso più’ alto alla cassa integrazione si registra nelle regioni del Nord. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi dieci mesi del 2013 c’è’ la Lombardia con 215.750.974 ore che corrispondono a 123.710 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 102.194.670 ore di cig autorizzate per 58.598 lavoratori e il Veneto con 92.284.878 ore per 52.916 persone. Nelle regioni del centro prima e’ il Lazio con 61.264.866 ore che coinvolgono 35.129 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno e’ la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 50.271.522 ore per 28.825 lavoratori.
Il settore dove si e’ totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione invece è quello della meccanica. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate nel periodo gennaio-ottobre, la meccanica pesa per 289.101.644, coinvolgendo 165.769 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 117.133.452 ore di cig autorizzate per 67.164 lavoratori coinvolti, subito dopo l’edilizia che registra 103.599.527 ore e 59.403 persone.
Considerando un ricorso medio alla cig, pari al 50 per cento del tempo lavorabile globale (22 settimane), sono coinvolti nel periodo gennaio-ottobre 1.009.079 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 44 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività’ produttiva per 504.540 lavoratori, di cui 200 mila in cigs e 125 mila in cigd. Continua cosi’ a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio cig, si rileva come da inizio anno i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 3 miliardi e 330 milioni di euro, pari a 6.600 euro netti per ogni singolo lavoratore coinvolto a zero ore.