Questa legge di Stabilità proprio non piace a nessuno. Ultima, in ordine di tempo, la Commissione dell’Ue, puntuale nel bocciare la manovra, ritenuta poco propulsiva. Insomma, l’Europa, dal nostro governo, voleva di più. La “paura” più grande di Bruxelles, tuttavia, resta quella che l’Italia possa finire con lo sforare i parametri dettati dalla struttura sovranazionale, che impongono ai Paesi membri una sensibile riduzione del debito, cosa, in Italia, messa in bilico dal costante rischio si sforamento del Patto di stabilità.
Out anche la richiesta del bonus Ue: “L’Italia non ha accesso alla clausola per gli investimenti perché il debito non si è evoluto in modo favorevole”. A non convincere la Commissione, in particolare, le cifre. Disaccordo, infatti, sullo 0,3% di sconto del rapporto tra deficit e Pil in virtù della spesa per investimenti co-finanziati aventi interesse comunitario. E lo spread s’impenna e vola a 240.
Da par suo, però, il Ministero dell’Economia e Finanza smentisce, sostenendo che dall’Ue non fosse arrivata nessuna bocciatura, e che i timori della Commissione sono stati “già considerati nell’azione di governo”.
“Le leggi di bilancio di tutti i Paesi dell’area Euro – continua il Ministero in una nota ufficiale – non violano in maniera sostanziale gli obblighi del Patto di Stabilità e Crescita e non è necessario richiedere revisioni dei piani di bilancio. Le previsioni della Commissione sottolineano il rischio che la legge di Stabilità non consentirà la riduzione del rapporto debito/Pil in linea con il benchmark di riduzione del debito”.
Il Tesoro fa riferimento, poi alla recessione, additata, insieme al pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni – quasi 50 miliardi di euro in 12 mesi tra il 2013 e il 2014 -, operazione concordata con la Commissione europea, come responsabile del dato relativo alla crescita.