Dopo Portopalo di Capo Passero e Marzamemi mi sposto in quella che ormai da anni considero la mia casa: le Madonie. Il mio giro inizia da San Mauro Castelverde “Porta orientale del Parco delle Madonie” come titola il calendario 2013 edito dall’amministrazione comunale, destinato alla comunità maurina (circa 3.000 abitanti) di Quilmes per attenuarne la nostalgia. San Mauro Castelverde (1850 abitanti) è infatti l’unico Comune del comprensorio madonita ad est del Fiume Pollina. Arroccato (a 1050 metri s.l.m.) sulla cima dell’omonimo monte (foto 1), si raggiunge dalla Provinciale SP52 che si imbocca dopo aver attraversato il ponte un chilometro dopo Finale (frazione di Pollina) in direzione Messina. La strada nel primo tratto costeggia il fiume. Il percorso tortuoso induce a ridurre la velocità consentendo di godersi il panorama dai colori sempre cangianti: il giallo delle ginestre, il verde lussureggiante delle colline, il bianco delle vette innevate in inverno (foto 2).
Dopo 7 chilometri, al bivio Borrello, la strada si biforca: la SP52 continua con una brusca curva a sinistra, e inizia la salita al Paese di San Mauro Castelverde (Km 15). A destra invece la SP60 porta a Gangi dopo aver costeggiato l’esteso comprensorio maurino, passando per le Gole di Tiberio e tante altre località delle quali parleremo dopo aver “visitato” il paese. Salendo verso la nostra meta, ai margini della strada un affioramento geologico dalle forme sinuose (foto 3). Si tratta di un’alternanza di scisti argillosi. Vale la pena fermarsi per fare qualche foto e godersi il panorama. Ancora qualche tornante e incontriamo la Chiesa di Porto Salvo, ormai chiusa al culto, risalente al XVII°sec. Poco prima di arrivare nel centro abitato troviamo l’ex convento dei Cappuccini, destinato a migliorare la ricezione di questo bellissimo territorio. Il progetto è quello di utilizzare l’edificio del XIV° secolo come hall di un albergo diffuso con annessi 24 posti letto. Arrivato in paese mi affaccio dal belvedere: il panorama è straordinario.
Da Pollina alle Isole Eolie è un trionfo di colori, persino il viadotto autostradale ha il suo fascino (foto 4). Andando in direzione del centro si incontra subito la Chiesa del Patrono (XVII° sec), San Mauro Abate, col suo particolare campanile, un vero gioiello di ceramica maiolicata variopinta (foto 5), la cui forma ci rimanda all’architettura religiosa islamica. All’interno della Chiesa la “Vara” del Santo, che per la festa del Patrono in luglio, viene portata in processione da circa 40 uomini (qui le quote rosa non esistono) fino alla Chiesa di San Giorgio, nella parte più alta del paese. Limitrofi alla chiesa di San Mauro, il monastero e la Chiesa della Badìa, dedicati alla Madonna della Catena ed in custodia fino a circa 10 anni fa alle suore domenicane (foto 6). Deliziosa la piccola cappella con affreschi del 1582 (foto 7) Continuando per il corso principale si arriva alla scalinata che sale al Municipio (foto 8).
San Mauro Castelverde è amministrata da una giunta giovane, guidata dal noto giornalista Mario Azzolini (Sindaco) e dal Vice Sindaco Giovanni Nicolosi, molto attiva e ben voluta dagli abitanti non soltanto per le iniziative promosse, ma soprattutto per l’attenzione nell’erogazione dei servizi alla comunità. Basti pensare che viene assicurato il trasporto nelle scuole dalle campagne e dalle varie borgate sparse nel vastissimo territorio, anche per un solo studente. All’interno del Municipio il ricco Museo etno-antropologico. Di fronte al Municipio la Chiesa S.Maria dei Franchi, la più centrale e pertanto la più frequentata, col suo possente campanile (foto10). Continuiamo a salire fino al piano San Giorgio dominato dall’omonima Chiesa (foto 11) dedicata al “secondo protettore” del paese. Anche se l’edificio, risalente al XIII° secolo ha subito negli anni notevoli modificazioni strutturali, è possibile scorgere ancora gli inconfondibili tratti architettonici arabo-normanni (foto 12). La Chiesa necessiterebbe di urgenti restauri. Prima di arrivare alla parte più alta del paese, appena fuori dall’abitato, incontriamo la Chiesetta di San Nicola (sec. XII°). Deliziosa! (foto 13). Iniziamo quindi la salita ai ruderi del Castello (XII°sec.?) (foto 14). Arrivati in cima il panorama a 360° è stupendo!
Le Madonie, il mare, i Nebrodi, e poi ancora Madonie (foto 15,16 e 17). Quando il clima è clemente, questo è il posto migliore per assistere ai tramonti (foto 18), e in primavera al fenomeno della “maretta” (foto 19 di Giovanni Nicolosi). Da questa postazione privilegiata mi piace anche osservare i tetti delle case coi loro comignoli: d’inverno spesso coperti di neve, d’estate luogo ideale per far essiccare i pomodori (foto 20,21,e 22). Sembra incredibile, ma non vediamo quegli orrendi serbatoi azzurri o grigi, ormai parte integrante del paesaggio siciliano e non solo. Incastonato sul colle San Marco il cimitero (foto 23) infonde pace e serenità. Sul cancello ci accoglie un cartello: “Venite o vivi a visitare i morti prima che la morte a visitar vi venga”. Un invito a non dimenticare i propri cari.
Molto interessante è tutto il comprensorio di San Mauro Castelverde, unico comune d’Italia ad avere nel medesimo territorio anche un proprio litorale nonostante gli oltre 1000 metri di quota del paese. Si tratta di 300 metri di spiaggia ad est della foce del fiume Pollina. Per il resto montagne, pascolo ideale per gli animali. L’economia locale infatti è basata al 70% sulla zootecnia, e fa piacere osservare che tanti giovani vi si dedicano con risultati eccellenti. E’ il caso di Daniele di 34 anni. Mi da appuntamento per l’ora della mungitura intorno alle 16. Non prima perché, come ogni giorno, deve andare a prendere le pecore al pascolo in cima alla montagna. Ottimi i suoi prodotti: la ricotta di pecora e i formaggi caprini e pecorini. Mi ricordano antichi sapori e sanno di genuino.
Numerose sono le borgate o le frazioni sparse per la campagna che prendono il nome dalle rispettive contrade: Borrello, Botindari, Karsa , Malia, Serra, Ostia, Mulinello, Scala, Tiberio etc. ognuna abitata da 3-4 famiglie dedite alla coltivazione degli ulivi o all’allevamento del bestiame. Spesso nelle vicinanze vi troviamo piccole Chiese. E’ il caso di Santa Maria dei Tracchi o della cappella votiva “Fiuretra” (foto 24 di Giovanni Nicolosi) il cui ingresso è stato disegnato in modo di non consentire l’ingresso alle mucche. Proprio in una di queste borgate, Karsa, frazione dal toponimo arabo (giardino), troviamo quello che non ti aspetti: un piccolo ristorante a conduzione familiare in grado di deliziare anche i palati più esigenti. Gli antipasti sono un vero e proprio trionfo! Salumi di cinghiale (allevato dagli stessi proprietari), formaggi locali accompagnati da confetture fatte in casa, e poi una specialità del luogo: le bucce di ficodindia fritte in delicato agrodolce. Piatto tanto strano e inusuale quanto gustoso. Chi riesce a superare anche il primo piatto, ha la possibilità di assaggiare il cinghiale con patate cotto sei ore nel forno a legna. E’ così tenero che si può tagliare con la sola forchetta!
E per finire il “fiorello” particolarissimo dolcetto fatto di crema di latte racchiusa tra due delicate cialde a forma di fiore, e cosparso di cannella. Chiedo alla signora Rosina di assistere alla preparazione (foto 25). Uno spettacolo! Ho voluto lasciare per ultime la “Gole di Tiberio” (“u Mirìcu”), forse il luogo di maggiore attrattiva. Le rocce a picco creano una strettoia, dove il fiume Pollina si insinua, in inverno con fragore, mentre in estate l’acqua è quasi stagnante (foto 26, 27). Da poco è possibile attraversare le Gole con le canoe ed i gommoni grazie all’attività di fruizione offerta dall’Associazione Sportiva Madonie Outdoor (foto 28 di Giovanni Nicolosi). Chi prova ad attraversare le gole nei mesi di luglio e agosto può assistere ad uno strano fenomeno, come ci racconta il vice-Sindaco Giovanni Nicolosi, ovvero la risalita controcorrente del fiume trasportati da un flusso di aria calda che si insinua tra le pareti rocciose. Poco lontano, su un’ansa del fiume, Il Comune in collaborazione con il Corpo forestale, ha realizzato un’area attrezzata dove poter trascorrere meravigliose giornate all’aria aperta, tra una passeggiata immerso nella natura risalendo il fiume, e una grigliata di ottima carne maurina.
Un vero paradiso! Dimenticavo… dopo 14 anni di assenza finalmente San Mauro Castelverde ha una squadra di calcio ufficiale che milita in terza categoria!
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Complimenti! Ancora una volta Pippo Imburgia ottiene il risultato di farmi desiderare di visitare i luoghi descritti.
Unico appunto: dove sono le foto del Cinghiale cotto sei ore?
Grazie a Pippo per farci "viaggiare" e conoscere tanti bei posti. Ma il ristorante come si chiama?
Saluti.
splendido e splendide foto... Mi hai fatto rivivere ricordi di colori aria salubre gente cordiale ..e sapori indimenticabili...
Continua così!!!
ciao
Bellissimo viaggio. Abbiamo ritrovato luoghi e sguardi di due estati fa. E anche i piatti di un ristorante indimenticabile. Bravissimo Pippo Imburgia, viaggiatore curioso e limpido di una Sicilia che mostra solo il meglio di sè.
Grande Maestro Pippo susciti sempre vere emozioni quando racconti luoghi e paesaggi caratteristici e ameni come S.Mauro....certamente nel prossimo fine settimana mi rechero' in questo ristorante tipico..fidandomi ciecamente delle tue recensioni eccellenti....e poi andro' a visitare questo ridente paese...Bravissimo Pippo..
E adesso c'è anche il piglio del cronista consumato, oltre alle belle foto.
Come hai scoperto le Madonie sono anche la mia casa d'adozione: metto subito in cantiere una gita a San Mauro
Un viaggio splendido nella terra dei miei avi