La strada statale 624 Palermo-Sciacca è lunga quasi 83 km. Ha inizio nel centro abitato di Palermo, attraversa tutta la Sicilia, e si ferma a 7 km da Sciacca. Quasi per ogni tratto di essa, per ogni curva, c’è un mazzo di fiori, una lapide, una croce, a ricordare qualcuno che in quel punto ha perso la vita. Quella strada ha contato una lunga scia di morti. Dodici le vittime nel solo 2013, comprese anche le cinque di ieri, in cui è rimasta uccisa praticamente un’intera famiglia.
La Palermo-Sciacca, intitolata “La strada della Liberazione”, fu inaugurata, alla presenza dell’allora presidente della Camera dei deputati Luciano Violante, il 29 settembre 1997. Dalla sua progettazione alla realizzazione trascorsero più di 37 anni, segnati da attentati mafiosi, ritardi, inchieste giudiziarie. L’arteria attraversa le province di Palermo, Agrigento e Trapani e interessa 24 comuni della Valle del Belice e dello Jato, unisce la costa del Tirreno a quella del Canale di Sicilia. Per ogni curva, per ogni rettilineo, per ogni viadotto, lo Stato dovette combattere con i mafiosi dell’entroterra siciliano, con i potenti dei piccoli comuni, per poter espropriare un pezzo di terra, per poter installare il pilone di un ponte, per poter costruire ai siciliani della Valle interna dell’Isola una via di facile circolazione. Ma di facile non ci fu nulla, e ancora oggi i siciliani ne pagano le spese anche con la vita.
La SS124 è un continuo di curve. Ci sono curve anche dove poteva esserci un rettilineo, magari perché in quel punto un mafioso della zona vinse la battaglia con lo Stato e non permise che gli toccassero la vigna. È una strada che richiede molta concentrazione da parte di chi guida, anche se la percorri ogni giorno e la conosci bene, perché non sai mai chi puoi trovarti di fronte. Bisogna procedere abbastanza lentamente, snaturando completamente il concetto di scorrimento veloce.
È vero che molte delle vittime della strada avevano tenuto comportamenti imprudenti, come è stato poi accertato dallo studio delle dinamiche degli incidenti, ma è anche vero che la Fondovalle Palermo-Sciacca presenta numerosi esempi di pericoli. L’alternanza tra tratti a due corsie e a una corsia sono ripetuti e repentini. L’asfalto in molti punti è mancante e in altri da rifare, il manto stradale è dissestato e ci sono avvallamenti che in giorni di pioggia diventano enormi pozze d’acqua.
Per la sicurezza sulla strada statale 624 sono state fatte anche diverse interrogazioni parlamentari. L’ultima dell’ex deputato regionale Salvino Caputo, con cui si chiedeva al presidente della Regione Crocetta di implementare le misure di sicurezza sulla Palermo-Sciacca. Il testo non ha avuto seguito.
Più volte, sia i comitati nati per questo scopo sia le amministrazioni dei comuni attraversati dalla statale, hanno chiesto anche con manifestazioni pubbliche alle autorità competenti di intervenire per rendere più sicura questa strada. Dopo ogni incidente mortale, con il cordoglio per le vittime arriva sempre la dichiarazione di intenti delle Istituzioni. Poi tutto viene dimenticato, fino al nuovo morto, e la strada è ancora lì, come l’hanno inaugurata, con i suoi rischi e i suoi pericoli, con la nebbia che la avvolge non soltanto fisicamente ma anche metaforicamente, nella disattenzione di chi dovrebbe farsi carico della sua sicurezza e non lo fa. Altro che strada della Liberazione!