“Io ci sono. E continuo a fare il mio lavoro”. Lo afferma Nino Di Matteo, il magistrato minacciato da Totò Riina per le sue indagini che vive da vent’anni sotto scorta”. “Per il momento – assicura in un’intervista a Repubblica – non ho alcuna intenzione di lasciare la mia città, so che nella mia terra tanti semplici cittadini condividono un sogno di giustizia e di verità”. Alla domanda se ritiene che le istituzioni stiano facendo tutto il possibile per la sua protezione, il magistrato replica: “Mi fido delle istituzioni che si stanno prendendo cura della mia sicurezza. Ringrazio soprattutto i carabinieri che curano da tempo la mia scorta”. Mentre sulla proposta di alcuni giovani di istituire una scorta civica per proteggere i magistrati del pool Di Matteo commenta: “Rimango sempre colpito dalla grande voglia di partecipazione che incontro nelle scuole e nelle università: i giovani esprimono con tutta la loro passione civile la stessa voglia di verità che deve sempre animare gli sforzi della magistratura”.
Alla domanda su quanto sia difficile cercare la verità nel nostro Paese, il magistrato afferma: “La ricerca della verità deve riguardare tutti i cittadini e tutte le istituzioni, senza distinzioni e reticenze. Questo è il più grande sostegno che si può dare ai magistrati e alle forze dell’ordine che si trovano in prima linea. Bisogna tendere tutti alla verità senza paure”.