La via verso il rilancio economico è tutta in salita. Ancora per l’Italia non arrivano notizie positive dall’andamento della sua economia. Il prodotto interno lordo italiano è in condizione di flessione congiunturale da nove mesi, ma sembra che la caduta libera stia subendo un piccolo arresto. La fotografia scattatadai dati Istat, mette in evidenza come nel terzo trimestre di quest’anno il calo del pil sia in calo dello 0,1 per cento nel confronto con il mese precedente, ma nel raffronto con l’anno precedente la diminuzione registrata è dell’1,9 per cento. Il calo, nel confronto tra lo scorso trimestre e il primo trimestre è stato dello 03 per cento: la variazione per il 2013, almeno fino al terzo trimestre, è del -1,9 per cento.
L’Italia passa quindi il suo nono mese consecutivo in rosso. Nel confronto tendenziale, il dato misurato e confrontato con quello del trimestre dell’anno precedente, il segno negativo appare otto volte. Come segnalato dagli analisti dell’Istat, il terzo trimestre di quest’anno però vede la caduta del Pil in rallentamento, ma questo non sembra valere solo per il Belpaese. L’Istat comunica anche che il calo congiunturale registrato nel terzo trimestre 2013 “è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di un aumento del valore aggiunto nell’industria”.
E se per l’Italia si potrebbe parlare di una timidissima e opaca ripresa del Prodotto interno lordo anche l’Eurozona dovrebbe chiudere i 12 mesi, secondo i conti della Banca centrale europea, con dei cali inferiori secondo le stime fatte precedentemente: il calo è stato dello 0,4 per cento contro il 0,6 per cento stimato. In Francia, invece, la frenata del Pil arriva in modo inaspettato e contro ogni previsione: l’Insee, istituto nazionale francese di statistica, segnala che il calo è dello 0,1 per cento, in contrasto con la crescita del trimestre precedente che era stata pari allo 0,5 per cento.
A determinare questo rallentamento, potrebbe essere l’arresto dei consumi interni nel paese transalpino. I consumi interni, infatti, nello scorso trimestre erano aumentati dello 0,4 per cento, mentre il loro apporto ad oggi è praticamente 0. Ma la battuta d’arresto arriva anche per la Germania, il Pil tedesco secondo Destatis, istituto di statistica nazionale, è cresciuto dello 0,3 per cento, rispetto all’inctremento precedente dello 0,7 per cento.