La posizione del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, si complica ancora di più dopo le ultime rivelazioni fatte dal quotidiano la Repubblica. Le telefonate intercorse tra il ministro e la famiglia Ligresti sarebbero state molte di più. E a confermarlo ci sarebbe un tabulato che riporta come dopo l’ultima telefonata del 19 agosto, l’ultima presa in considerazione dalla Procura di Torino e sulla quale il ministro è venuta a riferire in Parlamento, ce ne siano state altre.
Il 21 agosto la Cancellieri e Antonino Ligresti, fratello di Salvatore, in carcere dopo l’arresto del 17 luglio che lo ha costretto ai domiciliari, si sono trattenuti per sette minuti e mezzo dei quali non si conosce il contenuto. Il ministro ha giustificato le telefonate precedenti adducendo motivazioni umanitarie ma rimane da capire perché allora sarebbero continuati i contatti tra la Cancellieri e suo marito e i familiari dei Ligresti. Gli investigatori confermano all’inviato di Repubblica che “non si sa cosa si siano detti e che agli atti rimane la versione del ministro”. Ma di certo è un’ulteriore nube che si addensa intorno alla posizione della Cancellieri che adesso dovrà dare una chiave di lettura anche a questi nuovi contatti. Che, come scritto, non si limitano solo alla sua utenza personale, ma coinvolgono anche quella del marito Sebastiano Peluso.
La Cancellieri dovrà anche rispondere delle dichiarazioni rilasciate al momento dell’interrogatorio nel quale si è affrettata a smentire altri contatti dopo la telefonata con Antonino Ligresti del 19 agosto, l’ultima nota agli inquirenti. In quell’occasione il ministro ribadì “di non aver sentito più alcun componente della famiglia Ligresti, né nessun altro in relazione a questo caso”. L’interrogatorio è datato 22 agosto e la terza telefonata è proprio del giorno precedente. Sembra ormai un pantano dal quale è difficile uscire e nel quale si affonda ogni giorno di più. E la data della votazione sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinque Stelle si avvicina. La conferenza dei capigruppo della Camera ha messo in calendario la votazione per giovedì 21 novembre alle 16. Pd e Pdl vorrebbero far slittare ulteriormente questa data per dare priorità ai decreti in scadenza, ma il Movimento Cinque Stelle ha ribadito nuovamente l’urgenza di una votazione che non si allontani troppo dalla data in cui il ministro venne a riferire all’Aula sulla questione.