L’ex sottosegretario del Partito della libertà, Nicola Cosentino, è tornato libero dopo il periodo trascorso agli arresti domiciliari nella sua casa di Caserta dal 26 luglio. A prendere la decisione il collegio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. I reati contestati a Cosentino riguardano il reimpiego di capitali di provenienza illecita, ma non solo. Cosentino, infatti, è imputato anche perché nel reimpiego dei capitali illeciti, l’ex sottosegretario, avrebbe anche agevolato il clan camorristico dei Casalesi in relazione alla costruzione, per altro mai iniziata, a Casal di Principe di un centro commerciale.
I giudici hanno accolto l’istanza di revoca, presentata qualche giorno fa dai legali di Cosentino, della misura agli arresti domiciliari disposta il 22 giugno scorso; tale provvedimento restrittivo era l’unico rimasto ancora efficace a carico di Cosentino, dopo la revoca dell’ordinanza firmata dal gip di Napoli Piccirillo decisa dall’altro collegio giudicante (presieduto da Giampaolo Guglielmo) davanti cui pende il processo che vede imputato Cosentino per il reato di concorso esterno in associazione camorristica.
Ma già prima di essere scarcerato, il 27 giugno, la Cassazione aveva spezzato una lancia a suo favore annullando con rinvio la decisione del Riesame di Napoli che nel marzo precedente aveva confermato le ordinanze di arresto; per i Supremi Giudici, i magistrati partenopei non avevano motivato adeguatamente circa la sussistenza delle esigenze cautelari non tenendo conto della dismissione dalla cariche politiche.