In quella che dovrebbe essere l’ultima partita dell’Inter con Moratti presidente l’Inter coglie i tre punti contro un Livorno apparso molto rinunciatario. Per raggiungere questa vittoria all’Inter è bastato il minimo sindacale. Un autorete di Bardi per la prima rete, con il portiere di proprietà nerazzurra che goffamente butta nella sua porta un cross di Jonathan, e poi con la segnatura nei minuti di recupero di Nagatomo su assist di Kovacic entrato nela ripresa.
I motivi di discussione, così, diventano ben altri. In primis l’ultima serata da patron di Moratti che viene accolto con cori e striscioni di ringraziamento. Che spera non saranno gli ultimi in quanto ha espresso il desiderio di poter restare accanto alla squadra quantomeno da tifoso. E poi il rientro in campo di Zanetti, 200 giorni dopo l’infortunio al tendine d’Achille in quel di Palermo e alla veneranda età di 40 anni. Il capitano gioca nove minuti più recupero e naturalmente deve ritrovare smalto e minuti nelle gambe. Ma anche se dovesse essere la sua ultima partita in nerazzurro, cosa che sicuramente non sarà, l’importante è avere ritrovato l’abbraccio dei propri tifosi in una serata da tre punti.
Poco da dire sul Livorno. Non è mai riuscito a scladare Handanovic. Perderà Paulinho per squalifica proprio contro la Juve. Ha rischiato di perdere Schiattarella, uno dei punti fermi amaranto, in un contrasto di gioco. Da rivedere, ma non è certo in partite come questa che bisogna trovare punti utili in chiave salvezza. L’impresa era difficile e Nicola e i suoi ragazzi ne erano consapevoli.
Dalla prossima volta San Siro si tingerà di Indonesia. Partirà l’epoca Thohir e i tifosi sperano possa essere il primo passo di una nuova era di trionfi. Le presenze di Moratti e Zanetti, quindi, fungono idealmente da passaggio del testimone.