Il centro di prima accoglienza di Lampedusa ospita ancora 440 migranti. Non dovrebbero essere più di 250. A causa del sovraffollamento permangono perciò, denuncia il sindaco Giusi Nicolini, condizioni di vita difficili. “Queste persone da oltre un mese vivono all’aperto, sotto la pioggia e al freddo” scrive Nicolini al ministro dell’Interno Angelino Alfano, al capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, prefetto Angela Pria, e al prefetto di Agrigento, Francesca Ferrandino. “Sono settimane – sottolinea il sindaco dell’isola – che le condizioni del Cpsa sono sotto gli occhi di tutti: grazie alla presenza dei giornalisti, che hanno potuto entrare con le telecamere, le immagini del disagio in cui vivono i migranti hanno fatto il giro del mondo.
Perché i trasferimenti vanno a rilento? Perché ancora stamattina ci sono 440 persone in un posto che ne può ospitare 250? Due giorni fa alcuni ospiti del centro sono venuti a protestare al municipio: peccato che la responsabilità di quel posto non sia del Comune, ma del Governo italiano. Fosse dipeso dall’amministrazione di Lampedusa, quelle persone sarebbero già alloggiate nelle case e negli alberghi del paese”. Nicolini chiede quindi”iniziative urgenti”. E spiega: “Ho chiesto al ministro Alfano di provvedere perché, nelle more dei trasferimenti, si garantisca immediatamente un tetto e un letto agli ospiti del centro, ricorrendo anche alla disponibilità di alloggi turistici presente sull’isola. E’ necessario ripristinare le condizioni minime di sicurezza, igiene e ospitalità degne di un paese civile”.