Le aveva tenute nel taschino in questi anni, pronto a sfoderarle al momento giusto. E oggi sono arrivate sotto forma di intervista rilasciata al quotidiano spagnolo “El Mundo”. Benitez approfitta dello spazio a lui riservato e lancia diverse stoccate al suo precedente club italiano, l’Inter. “Questa esperienza e quella nerazzurra non hanno niente in comune, anche se si tratta dello stesso paese e dello stesso calcio. C’è una differenza fondamentale. Qui, quello che si dice, si fa. Perché c’é un presidente che lo fa”.
Il chiaro riferimento è a Massimo Moratti e alle promesse disattese nel post-trionfo di Madrid. Benitez, subentrato a Mourinho, aveva chiesto quattro determinati acquisti alla società che ha però nicchiato affermando che la squadra neo-campione d’Europa non ne avesse bisogno. Salvo poi effettuarli una volta esonerato lo spagnolo e affidata la squadra a Leonardo. Benitez lascia intendere, tra le righe, di non aver ancora digerito quel trattamento: “Moratti ci ha fatto delle promesse che, poi, non ha mantenuto”.
Benitez ha anche spiegato la decisione di puntare forte su un blocco spagnolo: “In un posto nuovo è importante avere interlocutori che possano trasmettere il tuo messaggio agli altri. Se poi conoscono già i tuoi concetti è ancora meglio. In questo è fondamentale parlare la stessa lingua. Ci sono delle sfumature che poterebbero sfuggire”. I risultati gli stanno dando ragione, un po’ come successo già al Liverpool, città simile a Napoli. “Non sono capitali, sono città di lavoratori, e in un certo senso emarginate, dove il calcio non è solo uno sport ma anche una forma di riscatto sociale – spiega – A Liverpool la gente mi aiutò tantissimo e mi adora. Qui, fin dal primo momento, sono eccitati e ferventi. Bisogna vedere cosa succederà quando le cose non andranno tanto bene. Insisto col mantenere un profilo basso e coerente, perché arriveranno anche momenti difficili”.
Infine una rivelazione su quello che sarebbe potuto essere il suo destino senza l’approdo a Napoli: “Durante il periodo in cui non ho allenato, ho ricevuto offerte, ma aspettavo la squadra giusta – confessa – Ora devo pensare ad essere competitivo contro Arsenal e Dortmund nel ‘gruppo della morte’. In campionato, siamo dietro alla Roma che ha il vantaggio di disputare una sola partita a settimana”.