La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di sequestro beni nei confronti di Vincenzo Oliveri, 59enne nato a Villa San Giovanni, ma domiciliato a Gioia Tauro (RC), noto imprenditore nel settore oleario con proiezioni di rilievo sia nel comparto alberghiero che in quello della ristorazione non solo in Calabria ma anche in Abruzzo e in Emilia Romagna.
Oliveri sin dagli anni ‘80 è stato coinvolto in numerosi procedimenti penali che hanno interessato in particolare le numerose aziende del Gruppo OLIVERI, per la commissione di reati associativi finalizzati alla truffa aggravata, frode in commercio, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, escamotage usato per ottenere indebitamente i contributi AIMA (ora AGEA), erogati nel settore agricolo, per la produzione, lavorazione e commercializzazione dell’olio d’oliva.
Vincenzo Oliveri con il fratello Antonio ed il padre Matteo Giuseppe, furono arrestati, insieme ad altre tre persone nel 2010 per associazione a delinquere, truffa aggravata ed altro, per aver indebitamente incassato alcuni contributi pubblici emessi per favorire lo sviluppo di attività nel Mezzogiorno. In quella circostanza fu sequestrato l’intero patrimonio del gruppo Oliveri stimato in circa 700 milioni di euro, che venne successivamente mantenuto solo per la parte, quantificata in quasi 18 milioni di euro, corrispondente al profitto del reato.
Dalle indagini è emerso che il Gruppo OLIVERI, dal 1996 hanno ottenuto finanziamenti pubblici per oltre 85 milioni di euro, cui occorre aggiungere le ulteriori ed ingenti somme erogate dall’Agenzia per l’Erogazioni in Agricoltura (AGEA – ex AIMA), pari a 15, 5 milioni di euro, di cui ha direttamente beneficiato Vincenzo Oliveri e il suo nucleo familiare.
Nel dettaglio sono stati sequestrati:
Le 23 aziende posto sequestro operavano nei settori:
Tra i beni societari si segnalano:
Il valore complessivo del patrimonio sequestrato a Vincenzo Oliveri ammonta complessivamente a circa 325 milioni di euro e costituisce, ad oggi, il più alto risultato conseguito dalla D.I.A. in Calabria, nell’ambito dell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati.