Hanno gli stessi equilibri di una partita a scacchi i rapporti interni al Pdl di questi ultimi tempi: quando i governativi guidati dal vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, pensano di essere passati in vantaggio, ecco in risposta la mossa del Cavaliere che riporta in testa i lealisti. Proprio ieri, infatti, con una mossa a sorpresa, Berlusconi ha anticipato il consiglio nazionale nel partito, previsto inizialmente per l’8 dicembre, al 16 novembre prossimo.
Il presidente Berlusconi aveva assicurato ad Alfano che non avrebbe sconvolto troppo i “giochi” fino a quando non si fosse trovato un accordo interno, ma probabilmente non aveva considerato la portata della riunione di Alfano con i ministri e i 45 parlamentari che erano con lui della scorsa settimana. Da quella riunione infatti il sostegno al governo è uscito ancora più forte. Si parla addirittura di un documento in otto punti del vicepremier in cui si ribadisce la fedeltà al Cavaliere, ma anche ferreo sostegno al governo. “Non è un documento contro”, garantisce un big dei governativi. Ma su due punti, messi nero su bianco, gli alfaniani non sono disposti a cedere: il governo deve andare avanti anche dopo la decadenza di Berlusconi; e servono garanzie sul partito, nessuna epurazione né liste di proscrizione e l’ala che fa riferimento al vicepremier deve essere rappresentata al pari dei lealisti. E si preparano alla conta, lavorando alacremente alla verifica dei numeri con l’ultima tornata di raccolta firme nel territorio.
L’obiettivo di Berlusconi, realmente preoccupato per il voto sulla decadenza – fissato per il 27 novembre, con voto palese – sarebbe quello di arrivare al voto con i pieni poteri e la leadership di Forza Italia ben salda. “Mi hanno indebolito e ridicolizzato – avrebbe detto il Cavaliere ai suoi fedelissimi – non posso permettere che aiutino i miei carnefici a farmi fuori dal Parlamento”.