Quei clienti della madre sempre in giro per casa, Pietro Battiato proprio non riusciva a sopportarli: seppur debole, sembrerebbe questo il movente del terribile omicidio di martedì 5 novembre, in un paesino del Catanese- Sembra ci fosse un via vai continuo di persone in cerca di aiuto e sicurezza dalla casa di Angela Zappalà: la cinquantanovenne era una cartomante che prevedeva il futura, ma anche una guaritrice che curava gli acciacchi dei compaesani. Si era trasferita da Biancavilla a Fiumefreddo ma non poteva sapere che in quel paese avrebbe trovato la morte per mano del figlio.
Pietro sembrava essere un uomo tranquillo: 31 anni, un lavoro umile ma stabile in un’azienda edile, una vita tranquilla. Eppure dentro doveva covare qualcosa che è esploso nel peggiore dei modi all’alba di un martedì, quando dopo l’ennesima lite Pietro ha sgozzato la madre nel suo letto, con un coltello da cucina. La violenza del momento ha lasciato il posto alla razionalità con la chiamata al 113: “Venite, ho sgozzato mia madre”. Poi, con lo stesso coltello dell’assassinio, l’uomo si è ferito all’addome, mortalmente.
Angela era ipovedente e adorava il figlio. Forse il clima familiare non era dei più sereni, con il padre biologico di Pietro morto anni fa e una lunga battaglia legale con il secondo marito, disabile, per il riconoscimento della pensione di accompagnamento che le aspettava per legge. Angela poi viveva del suo “dono” per la veggenza, con tanti clienti pronti a bussare alla sua porta per avere un consulto: un’attività che Pietro non poteva sopportare e che li avrebbe trascinati verso la terribile fine. La ricostruzione del movente è soltanto un’ipotesi, ma sembra non bastare a spiegare l’omicidio suicidio che ha sconvolto un’intera comunità.