Nel 2006 una lettera anonima consegnata alla procura di Palermo svelava quello che succedeva durante le lezioni private di canto tenute nel 2003-2004 dal professore del conservatorio Bellini di Palermo Antonino Marcenò: il controllo del diaframma ad una delle sue alunne diventata il pretesto per palpare la giovane. La denuncia anonima si è trasformata in indagine e dopo 7 anni arriva la sentenza del tribunale: Marcenò dovrà scontare tre anni e due mesi per violenza sessuale lieve e concussione.
I tempi dilatatissimi di quest’indagine portata avanti dalla polizia sono stati dovuti a un lavoro enorme: sono stati sentiti infatti 1500 studenti del conservatorio prima di arrivare alle prove che hanno consentito al Tribunale di dare ragione al pm Carlo Lenzi, condannando il professore di canto. Le molestie sarebbero state attuate nei confronti di una sola ragazza, ma in molti hanno raccontato di come il professore avrebbe “indotto” gli studenti a seguire le proprie lezioni private, necessarie per passare l’esame. Da qui l’accusa di concussione per costrizione, anche se Marcenò ha sempre sostenuto di non aver mai obbligato nessuno.
L’uomo nel 2006 era finito agli arresti domiciliari ed era stato Gioacchino Sbacchi e Marina Cassarà, i due legali del professore, hanno annunciato il ricorso in appello.