E’ il momento delle spiegazioni. Anna Maria Cancellieri si presenta in Parlamento per chiarire la sua posizione in merito alle intercettazioni in cui la Guardasigilli, al telefono con la compagna di Salvatore Ligresti, garantisce il suo impegno per sollecitare la scarcerazione di Giulia, la figlia del numero uno di FonSai, arrestata con il padre e la sorella e poi posta ai domiciliari perché sofferente di anoressia.
Giunta in aula il ministro va subito al punto: “Non ho mai sollecitato nei confronti degli ordini competenti la scarcerazione della signora Giulia Ligresti”. Non tralascia nessun argomento Anna Maria Cancelleri, risponde, critica su critica, colpo su colpo. Si fa forza delle parole del procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, più volte citato, con un accento particolare sul passaggio in cui il magistrato scrive: “tutte le risultanze del fascicolo testimoniano in modo univoco e incontrovertibile che la concessione degli arresti domiciliari è avvenuta esclusivamente in base alla convergenza di decisive circostanze obiettive: le condizioni di salute verificate con consulenza medico-legale e l’intervenuta richiesta di ‘patteggiamento’ da parte dell’ imputata, risalente al 2 agosto e perciò di molto antecedente le conversazioni telefoniche oggetto delle notizie”.
“La scarcerazione non è avvenuta per effetto di una mia pressione o per una mia ingerenza ma per una dipendente decisione della Procura torinese senza il benché minimo tentativo da parte di nessuno di influenzare l’esito della decisione” insiste la Guardasigilli, che dice di sentire “sulla pelle” la responsabilità di un ruolo che ha nell’assicurare una carcerazione umana, una delle sue prerogative fondamentali. Parla anche del rapporto che la lega alla famiglia Ligresti. “Sono amica di Antonino Ligresti – afferma – ma in nessun modo la mia carriera è stata condizionata né da questi né da altri rapporti personali. Sono una persona libera che non ha mai contratto rapporti per cui deve rendere conto”.
La Cancellieri non evita neanche le domande sul ruolo del figlio, Piergiorgio Peluso, ex Dg di FonSai, all’interno della vicenda. “L’incarico di Piergiorgio Peluso nell’ambito di FonSai è frutto della sua pregressa esperienza maturata nel mondo bancario – continua – Vorrei ricordare, che nel periodo in cui Peluso ha iniziato a lavorare per Fonsai ero una tranquilla signora in pensione e mai avrei pensato di diventare ministro dell’Interno”. “Ho agito come in altri casi, centinai ed anonimi” Conclude Anna Maria Cancellieri, che afferma anche di non aver mai preso posizione in merito al caso di Jonella, la sorella di Giulia Ligresti, anch’essa agli arresti. “Non esiterò a fare un passo indietro se dal confronto di oggi dovessi capire che è venuta meno la stima istituzionale sulle cui basi è fondata la permanenza del mio mandato ministeriale”.
Se dalla parte del Pdl non c’era da convincere nessuno, tanto i falchi quanto le colombe avevano a più riprese mostrato solidarietà al ministro, tanto più che a molti la vicenda portava alla mente il caso Ruby, accentuato anche dal paragone fatto dal capogruppo Renato Brunetta, da parte del Pd c’era parecchio da lavorare, ma alla fine c’è stata la benedizione di Guglielmo Epifani, finalmente convinto del fatto che “non ci sono stati interessamenti fuori dalle sue responsabilita”. Scelta Civica, annuisce, con una sorta di “l’avevamo detto”. Chiusura assoluta, ma non ci si aspettava niente di diverso, da parte di Lega, M5s e Sel. Insomma, Anna Maria Cancelleri ha superato a pieni voti l’ardua prova delle Camere.
Chi ha atteso a lungo le reazioni al discorso della Guardasigilli è stato il premier, Enrico Letta, che ha scortato il ministro lungo tutto l’iter, in entrambe le Camere, senza lasciarla un attimo da sola. Adesso il caso è chiuso e Letta ha finalmente potuto lasciarsi scappareun commento di soddisfazione. Proprio il suo Pd era il partito che meglio voleva vederci nella vicenda, mettendo non poco in imbarazzo il primo ministro. Certo, c’è ancora da valutare la possibile mozione di sfiducia da parte dei pentastellati e c’è da scongiurare anche la possibilità che al ministro vengano tarpate le ali e che il suo si riduca a un “ministero dimezzato”, come temuto dalla stessa Cancellieri, che in tal caso potrebbe, secondo quanto dichiarato, finire col farsi da parte. Il bilancio della giornata, tuttavia, è indubbiamente positivo. Incassata una fiducia morale, che dà animo al governo, che adesso può pensare solo alla legge di stabilità.