A New York si passa da una maratona all’altra, dopo quella podistica, domani, si concluderà anche quella elettorale. Mentre però la competizione sportiva è terreno quasi incontrastato degli atleti keniani, quella elettorale sembra essere un affare italiano. Italo americano per l’esattezza.
Out l’uscente Bloomberg, al capolinea dopo il terzo mandato consecutivo, la sua eredità da candidato forte del partito Repubblicano, pesantissima, ricade sulle spalle di Joe Lotha, già numero due di Rudolph Giuliani. Giuliani, il sindaco italo americano della “tolleranza zero” il cui nome rimarrà legato a doppio filo alla Grande Mela per quel tragico 11 settembre 2001, si sta impegnando in prima persona per far salire il gradimento del suo ex delfino, un’impresa che appare quantomai ardua perché, a poche ore dal voto, i sondaggi sembrano sorridere a un altro pronipote del Belpaese: Bill De Blasio.
Quella di De Blasio potrebbe essere la svolta storica di una New York che si affida a mani democratiche dopo quasi 20 anni di egemonia repubblicana. Cavallo di battaglia del candidato originario di Sant’Agata de Goti, nel Beneventano? Una lotta senza quartiere alla povertà, l’abattimento delle barriere che dividono la sfarzosa New York dell’Upper East Side e quella dei quartieri più degradati. Una forbice, secondo De Blasio, allargata negli ultimi anni dalla politica dell’uscente Mike Bloomberg. Ex difensore civico della città, una moglie, Chirlane, afro americana e due figli: Chiara e Dante, che frequentano la scuola pubblica, De Blasio è giunto alla candidatura dopo aver fatto una lunga gavetta politica. Di umili origini, invece, Lotha, rappresenta la classica storia del politico che, partito dal ghetto, si è fatto da solo fino all’apice, con la benedizione di Rudy Giuliani, di cui è stato uno degli uomini più prolifici.
I due candidati saranno chiamati a contendersi il trono di Bloomberg, sindaco duro, estremo, che lascia una città con meno criminalità, drasticamente ridotta, e un’aria più pulita, con un milione di nuovi alberi piantati a fare di New York la metropoli più verde del mondo.