Varato dalla giunta comunale il piano organico sull’utilizzo del demanio marittimo di Palermo. Una volta approvato dal Consiglio comunale e oggetto di un decreto regionale. “La seconda città siciliana dopo Terrasini ad adottare il piano d’uso del demanio marittimo a otto anni dall’emanazione della legge regionale 15/2005”. Così l’assessore comunale alla Mobilità Tullio Giuffrè in conferenza stampa oggi a Palermo. Quest’ultimo, ha sottolineato Giuffrè, realizzato grazie ad un rinnovato scambio con l’assessorato regionale Territorio e ambiente.
Il piano prevede la demolizione di opere abusive, il miglioramento dell’accessibilità alla costa e la messa in sicurezza e bonifica di zone adibite a discarica, riconversione delle concessioni demaniali esistenti destinate ad attività non connesse alla fruizione del mare, programmazione e razionalizzazione del rilascio di nuove concessioni demaniali marittime e delle variazioni esistenti, regolamentazioni delle nuove concessioni in aree definite siti di interesse comunitario per promuovere un uso sostenibile della fascia costiera.
“Abbiamo immaginato il mare e le coste di Palermo a partire da domani – ha sottolineato Leoluca Orlando -, quando verranno approvati provvedimenti in base ai quali abbiamo deciso di adeguarci alla direttiva Bolkestein europea che stabilisce che dal primo gennaio 2016 occorre attribuire le concessioni ai privati in base a gare ad evidenza pubblica, riducendo lo spazio gestito dai privati nella zona della costa Nord, da Sferracavallo all’Acquasanta, e un aumento fino al 54% della concessione ai privati nella costa Sud, da Sant’Erasmo ad Acqua dei Corsari perché pensiamo che bisogna far comprendere che c’è un progetto dell’amministrazione che, definendo il piano fognario e rendendo balneabile la costa Sud, rende appetibile l’investimento economico da parte dei privati”.
Poi il sindaco di Palermo torna sulla questione della gestione delle borgate marittime nel capoluogo siciliano. “L’autorità portuale deve occuparsi del porto di Palermo mentre la competenza sugli altri porti deve essere attribuita al Comune, perché abbiamo 8 borgate marinare che hanno un porto ed è un controsenso che ci sia un’autorità portuale che si occupa del porto dell’Arenella piuttosto che di quella della Bandita e un’altra autorità, ossia il Comune, che debba occuparsi delle borgata collegata al porto storico di riferimento”.
“Il piano ha come obiettivo di riequilibrare la fascia costiera data alla pubblica fruizione perché non si dica più che Palermo è la città del mare negato – ha continuato Giuffrè – Abbiamo previsto tratti continui e contigui di litorale libero, saranno anche individuati corridoi che consentono l’accesso pubblico alla costa, in modo che Palermo non sia più una città dal mare negato. Se questo piano avrà l’ok del consiglio comunale su 29 chilometri di costa, di cui 9 sono tratti inaccessibili, ci saranno 11,7 chilometri fruibili liberamente, mentre 8,5 saranno dati in concessione a privati, cioè il 40%”. Poi ha aggiunto: “Questa percentuale sarà ripartita – ha aggiunto – tra costa Nord, dove le concessioni private saranno il 32% contro il 42% attuale, e in costa Sud dove saranno pari al 54% e questo per valorizzare e dare premialità a coloro che vogliono intervenire e investire in questo tratto di litorale dove si potranno realizzare stabilimenti balneari, esercizi commerciali e di ristorazione, porti turistici e strutture sportive e ricreative”. “Attualmente – ha sottolineato – il 42% della costa Nord, da Sferracavallo all’Acquasanta, è affidato in concessione a privati, un’estensione che è pari a 6 chilometri e 800 metri, questo piano prevede una riduzione del 10% delle zone oggetto di concessione”.