Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, a tutto campo, oggi a Strasburgo per la presentazione del nuovo piano carceri italiano che segue alla sentenza Torreggiani della Corte europea per i diritti dell’uomo.
Il modello da seguire è quello della “detenzione aperta”, in cui le “camere di pernottamento siano luoghi per il riposo e non per lo svolgersi della giornata dei detenuti quasi nella sua interezza”. “Oggi – ha spiegato la Guardasigilli – soltanto il 29% dei detenuti usufruisce di tale previsione che sarà dunque estesa, secondo il crono programma adottato, fino a raggiungere il 79% dei detenuti già nell’aprile 2014”. L’ipotesi di detenzione aperta si accompagnerà anche ad altri interventi tra cui per esempio l’estensione dell’attività lavorativa per i carcerati. “Per questa ragione- ha spiegato il ministro – il ministero della Giustizia sta attualmente lavorando, nell’ambito della riorganizzazione del sistema detentivo, un progetto diretto ad accentrare la gestione dei fondi per ricollocare organicamente le risorse in relazione a un piano nazionale che preveda spazi all’interno degli istituti penitenziari idonei ad accogliere attività lavorative”.
“Il piano di ristrutturazione e nuove costruzioni messo a punto e in corso di attuazione – ha spiegato il ministro – ha già portato all’apertura di tre nuovi istituti, porterà entro dicembre alla disponibilità di ulteriori 2000 posti in nuove strutture, per giungere al maggio 2014 all’aumentata capacità ricettiva di 4500 posti“.
Il ministro Cancellieri ha anche annunciato un “nuovo provvedimento normativo” riguardante i tossicodipendenti e gli stranieri reclusi nelle carceri italiane, ad oggi detenuti sulla base delle leggi Fini-Giovanardi e Bossi-Fini. “Per quanto riguarda i tossicodipendenti-ha detto-si intende enucleare una ipotesi autonoma di reato di minore gravità per costituirne una fattispecie specifica con una minore sanzione. In merito invece agli stranieri, in linea con le direttive dell’Unione Europea, si intende prevedere percorsi che facilitino il rimpatrio”.
La Guardasigilli Cancellieri, dopo le polemiche che l’hanno investita in Italia per l’intervento nel caso Ligresti, non accenna quindi a lasciare i suoi compiti. “Non mi dimetterò”, aveva annunciato ieri, salvo ribadire oggi che cambierebbe idea se “il governo ne risentisse, a quel punto sarei anche disposta a fare un passo indietro. Ma non sarò mai un ministro dimezzato. Se dovrò continuare questo lavoro, dovrò affrontare temi delicatissimi e lo dovrò fare a testa alta oppure se ne trovi in un altro”.
E si difende ancora: “Non sono mai intervenuta sulla magistratura. Chi riceve una mia eventuale segnalazione fa quello che è possibile fare nel rispetto della legge, perché sa benissimo che non farei mai nulla se non nel rispetto della legge. Non è un altro caso Ruby“.