La famiglia di Stefano Cucchi riceverà 1 milione 340 mila euro dall’ospedale Pertini di Roma: la struttura sanitaria in cui morì il giovane quattro anni fa alla fine ha raggiunto un accordo con la famiglia del ragazzo. L’intesa tra l’ospedale e i familiari chiaramente segnerà un punto importante nel processo d’appello, che si svolgerà nei primi mesi del 2014.
Sono passati quasi quattro mesi dalla sentenza che ha visto la condanna dei medici e l’assoluzione di infermieri e agenti di polizia penitenziaria coinvolti nella morte di Stefano. La famiglia Cucchi all’appello contesterà la sentenza di assoluzione emessa nei confronti dei tre agenti della polizia penitenziaria, ma non sarà presente come parte civile nei confronti dei 5 medici condannati per omicidio colposo e gli infermieri. Stefano Cucchi morì il 22 ottobre 2009, a una settimana dal suo arresto per droga.
“Il risarcimento è limitato esclusivamente alla responsabilità sanitaria”, ha commentato il legale della famiglia Fabio Anselmo “L’obiettivo è quello di avere giustizia non a metà, ma a 360 gradi. Per questo andremo in appello anche e soprattutto sulla posizione degli agenti per i quali con soddisfazione la Procura generale ha chiesto alla corte d’assise d’appello un giudizio completo e non limitato”. Nei giorni scorsi il padre della vittima, Giovanni Cucchi, aveva dichiarato: “Per noi non è importante il risarcimento ma il riconoscimento. È come chiedere scusa: un risarcimento serve ai vivi non ai morti”.
I pm Vincenzo Barba e Francesco Loy avevano presentato richiesta di appello contro la sentenza della III Corte d’assise, poi accolta anche dalle parti civile e dalla Procura generale, che tramite il sostituto pg Mario Remus ha firmalo la proposta di appello in aggiunta a quello depositato dai pm. Le finalità sono quelle di formulare osservazioni che tolgano “eventuali dubbi” sulla configurazione dei reati e sulle condanne da infliggere.