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Il capo dell’intelligence Usa punta il dito contro i diplomatici| “Ci hanno chiesto di spiare i leader europei”

Continuano ad emergere nuovi particolari dello scandalo delle intercettazioni. A parlare oggi è stato il direttore della Nsa, il generale Keith Alexander, il quale ha affermato che sono stati i diplomatici americani a chiedere di spiare i leader stranieri.

“Non solo le agenzie di intelligence ad avanzare le richieste – ha sottolineato il generale Alexander intervenendo al Baltimore Council on Foreign Relations – ma i responsabili della politica, tra cui gli ambasciatori“.

“La Nsa – ha insistito Alexander – ha raccolto le informazioni quando gli è stato chiesto da funzionari politici di scoprire le intenzioni delle leadership dei Paesi stranieri. E se tu vuoi conoscere queste intenzioni, questo è quello che devi fare”.

“Portiamo in mano un nido di calabroni per il bene del Paese”, ha aggiunto. “Ci piacerebbe metterlo giù, ci piacerebbe gettarlo via, ma se lo facessimo la nostra paura è che si creerebbe un vuoto e ci sarebbe il rischio di un potenziale nuovo 11 settembre. E così non avremmo fatto il nostro dovere”.

Queste parole sono state pronunciate proprio mentre il segretario di Stato americano, John Kerry, proclamava in videoconferenza da Washington e trasmesso a Londra, un “mea culpa”, ammettendo che forse in alcuni casi gli Stati Uniti “si sono spinti troppo in là”. “In alcuni casi, lo ammetto, così come ha fatto il presidente Barack Obama, alcune di queste azioni sono andate troppo lontano e faremo in modo che questo non accada più in futuro”, ha ammesso Kerry.

“Vi assicuro – ha continuato Kerry – che non abbiamo invaso la privacy e la riservatezza delle persone innocenti, stiamo solo cercando di raccogliere informazioni per la nostra e la vostra sicurezza. È vero però che in alcuni casi questo lavoro di raccolta delle informazioni è andato troppo lontano e in modo inappropriato”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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