Ventiquattro deputati del Partito democratico hanno scritto una lettera al presidente della Camera, Laura Boldrini, chiedendo di proiettare in anteprima a Montecitorio “Una ferita italiana”, il docufilm di Ambrogio Crespi su Enzo Tortora. La pellicola è stata esclusa dal Festival del Cinema di Roma, “in maniera del tutto incomprensibile” secondo i 24 firmatari dell’appello. Tra l’altro i deputati Pd ricordano anche che “nel 2013 ricorre proprio il trentennale dall’inizio della vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il popolare conduttore, creando uno dei casi più noti di cattiva giustizia del nostro Paese”. Allora i deputati chiedono di “dare la giusta risonanza al filmato facendo così in modo che sia la Camera a rimediare a questa decisione, ancora poco chiara”.
Sette i documentari in concorso al Festival romano del Cinema e tre fuori concorso, tra cui due su Fellini. Su 10 posti disponibili non ne è stato trovato nemmeno uno per quello di Crespi. In tanti hanno voluto sottolineare che quasi tutti i documentari sono stati prodotti da Rai Cinema. E sulla questione si è voluto esprimere il segretario della commissione di Vigilanza della Rai, Michele Anzaldi, che ha scritto al presidente della tv di Stato, Anna Maria Tarantola, chiedendo chiarimenti: “A distanza di trent’anni – ha scritto Anzaldi – il caso Tortora rimane un tabù e, vista la presenza di tanti docufilm prodotti dalla Rai, la televisione pubblica potrebbe cercare di rimediare con una serata a tema”.
Enzo Tortora venne arrestato per associazione camorristica e traffico di droga senza prove certe e basandosi solo su asserzioni dei vari personaggi coinvolti. Il conduttore venne assolto in appello dopo anni di detenzione scontati in carcere e agli arresti domiciliari per motivi di salute. Dopo l’assoluzione con formula piena Tortora tornò in televisione per condurre “Giallo”, l’ultima sua trasmissione prima del grave tumore che lo condusse alla morte nel 1988.