Una palazzina occupata da quattro mesi, diciassette famiglie che pur abitando illegalmente gli appartamenti dicono di aver continuato a pagare luce e Tares, un problema burocratico che certamente non si può ignorare. Lo sgombero di via Calvi a Palermo ha risvegliato un problema mai sopito ma spesso messo in sordina, quello delle abitazioni. Ma il sindaco Orlando è stato chiaro: “Non è occupando le case che si ottiene il diritto ad averne una”.
Ad agire nel centro città ieri, le pattuglie della polizia municipale, ma il primo cittadino ha chiarito: “Lo sgombero non è stato effettuato su disposizione del comune”. A eseguirlo infatti la polizia su disposizione della magistratura: di certo c’è che l’abitazione fosse privata, d’incerto però è il futuro di queste famiglie.
“Sempre con maggior forza diciamo che non sono e non saranno le occupazioni a determinare il diritto di avere una casa”, ha ribadito a più riprese Orlando, che oggi vede la “casa” della sua istituzione assediata da chi ieri è stato portato fuori dall’abitazione di via Calvi. All’ingresso di Palazzo delle Aquile, qualcuno tenta di avvicinare il vicesindaco Cesare Lapiana, ma lui tira dritto e entra a palazzo.
In un periodo di crisi economica in cui chi non ha già una casa di proprietà difficilmente riesce a comprarla, con un crollo dei mutui che rende pressoché impossibile tentare di avere una casa propria, c’è chi si affida ai genitori (i pochi che possono permetterselo), ma c’è anche chi é in attesa di casa e non vede una via d’uscita. Poi ci sono anche le famiglie di via Calvi: chi dovrà occuparsi adesso di queste famiglia, se il Comune se ne tira fuori?