Maxi sequestro all’imprenditore romano Federico Marcaccini tra Roma e Reggio Calabria: la Cassazione si è pronunciata è ha dichiarato inammissibili i ricordi proposti dall’imprenditore, coinvolto nell’operazione Overloading insieme ad altre 76 persone, tutte ritenute associate alla cosca criminale di San Luca, in provincia di Reggio, dedicata al traffico internazionale di cocaina.
Marcaccini, detto “er pupone”, è stato condannato a pagare e spese processuali. Era stato sottoposto a provvedimento restrittivo di fermo il 29 novembre 2010 dalla Procura distrettuale di Catanzaro: il provvedimento di confisca è stato proposto come misura di prevenzione patrimoniale a firma del direttore della Dia. Coinvolto il patrimonio aziendale di 33 società di capitali, di cui ventisette con sede a Roma, quattro in provincia di Roma e due a Latina; beni mobili e immobili di pregio per 120 milioni di euro.
Alcuni dei beni sono di particolare rilievo, come una villa liberty in zona Nomentana-Pota Pia; l’immobile locato alla società di gestione del teatro Ghione; due immobili ad uso alberghiero a Taormina e Fabbrica di Roma. Marcaccini ha 43 anni e nonostante l’età giovane e una modesta posizione reddituale dichiarata possedeva una fervente attività imprenditoriale: da qui i sospetti che hanno portato nel 2011 a un provvedimento di sequestro anticipato dei beni ai sensi della normativa antimafia del Tribunale di Roma.