Si è salvato il presidente della Regione Rosario Crocetta. La mozione di sfiducia si è fermata a 31 voti. 46 i deputati che hanno votato contro. Un risultato che era comunque atteso, scontato, mai messo in dubbio veramente.
Dopo un’intera giornata di dibattito parlamentare, hanno sostenuto il presidente Crocetta, votando contro la mozione di sfiducia: il Partito democratico, il Megafono, l’Unione di centro, Articolo 4, Democratici e riformisti per la Sicilia, Grande Sud e Gruppo misto.
“Questa Sicilia ha ancora bisogno di un presidente che continui a smontare un sistema spesso perverso e incrostato di mafia e malaffare. Lei non è solo presidente”. Con questo “abbraccio” di parole il Partito democratico, con il capogrupppo Baldo Gucciardi, ha sancito completamente e definitivamente la pace e la ricomposizione della maggioranza.
Il capogruppo dell’Udc, alleato di maggioranza del Partito democratico ha annunciato la propria fiducia con il capogruppo Calogero Firetto che ha definito la mozione “irrituale e inopportuna”.
Scontata la fiducia del Megafono, movimento nato per volere del governatore, espressa dal capogruppo Giovanni Di Giacinto. Anche Articolo 4 di Lino Leanza ha deciso di restare al fianco di Crocetta: “Però presidente – ha detto il capogruppo – non dimenticare di confrontarti con il Parlamento, non avere paura del dibattito con l’Aula. Questa è stata l’occasione per far tornare la pace”.
A sorpresa, anche i parlamentari di Grande sud hanno votato contro la mozione di sfiducia. “Dissentiamo dai colleghi del Pid e pur critici verso il governo, non appoggiamo la mozione di sfiducia. La nostra azione sarà vigile e puntigliosa. Non votiamo la sfiducia ma continueremo a criticare l’esecutivo”. Fiducia al governatore anche dal Gruppo misto, espressa dal vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, e dai Democratici e riformisti per la Sicilia.
Per la mozione di sfiducia hanno votato: Movimento 5 Stelle, Lista Musumeci, Popolo della libertà, Pid-Cantiere Popolare, Partito dei siciliani-Mpa.
Più pacato nei toni rispetto all’intervento di presentazione del documento, il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, attacca ancora Crocetta: “Lei non ha minimamente letto la nostra mozione di sfiducia. Noi qui non le chiedevamo conto e ragione del suo stipendio, ma parlavamo delle riforme per la Sicilia, dei disegni di legge che aveva promesso e che o non si sono fatti o si sono bloccati. Anche per questa ragione noi voteremo la mozione di sfiducia”. “E, cari colleghi – conclude rivolgendosi ai colleghi parlamentari – almeno ogni tanto cercate di farvi vedere così numerosi in quest’Aula”.
Gino Ioppolo, della Lista Musumeci, gruppo firmatario della mozione di sfiducia con i grillini, ha dichiarato che la “mozione ha comunque già vinto, anche se non ce l’ha fatta numericamente. Perché in quest’Aula, esattamente come capita con il comune cittadino, sono in molti quelli che non hanno il coraggio di fare quello che vanno professando nei corridoi, nei conciliaboli”.
“Abbiamo riportato il dibattito in aula e non doveva servire la mozione di sfiducia. Abbiamo preso atto – ha detto il capogruppo del Pdl all’Ars Nino D’Asero – di un governo senza respiro. La maggioranza è implosa. Crocetta ha scardinato un sistema, ma c’è bisogno di ricostruire. Ci aspettavano risposte concrete che questo esecutivo non ha dato”. Per questo il Pdl ha votato compatto la sfiducia, a eccezione del deputato Giuseppe Milazzo
Toto Cordaro e Roberto Clemente avevano annunciato che avrebbero valutato se votare la sfiducia o meno dopo il discorso di Crocetta. E così è stato. “Il Cantiere popolare voterà la sfiducia”. “Ci saremmo aspettati dal presidente Crocetta – ha detto Cordaro – dopo un intervento di 78 minuti, un’indicazione della sua agenda politica per la prosecuzione dell’attività di governo. Una lista di 5, 10, disegni di legge prioritari per la ripartenza della Sicilia. Poichè così non è stato, noi voteremo la sfiducia, pronti, qualora la mozione non passasse, a collaborare dall’indomani su precisi obiettivi per il bene della Sicilia”.
Anche Vincenzo Figuccia, capogruppo del Pds-Mpa, ha annunciato che avrebbero votato la sfiducia. “Non spetta a noi dare giudizi affrettati – ha detto – ma siamo contenti che si sia riportato in Aula il dibattito politico. Però, poichè siamo certi che la sfiducia non passerà, abbiamo deciso di votarla così che sia da monito per il Governo”.
In fondo, la scelta di tutti – votare o meno la mozione di sfiducia – è stata determinata proprio da questa consapevolezza: la mozione i numeri non ce li aveva già in partenza. “Questo giorno rimane comunque per me una pagina dolorosa – ha detto Crocetta in chiusura d’Aula, dopo aver incassato l’appoggio della sua maggioranza – ma da domani si torna a lavorare”.