Oggi è il giorno di Crocetta, del Movimento 5 Stelle e della Lista Musumeci. Oggi è il giorno della mozione di sfiducia al governatore della Sicilia. “Sono molto sereno, in questo primo anno di governo so di avere lavorato per il bene della Sicilia e dei siciliani. Il Parlamento è libero di fare le proprie scelte, certo è che se passa l’idea ‘sfascista’ il prezzo per i siciliani sarà altissimo, ma anche per la politica che segnerà l’ennesimo atto di rottura con i cittadini”. Così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, parlando con i cronisti alla vigilia della mozione di sfiducia dei Cinquestelle, che domattina sarà discussa in Assemblea regionale.
Per poterlo “sfiduciare” ad un anno esatto dalla sua elezione occorrerebbe la maggioranza assoluta (46 voti su 90), un obiettivo complicato da raggiungere considerando i numeri in Assemblea regionale siciliana dell’opposizione che appare tra l’altro divisa, ma per i Cinquestelle, che hanno presentato la mozione contro il governatore Rosario Crocetta, la seduta di domattina comunque “avrà una forte valenza politica”. Dal canto suo, Crocetta sfoggia sicurezza, “sono molto sereno”, ma avverte che “se passasse l’idea ‘sfascista’ il prezzo per i siciliani sarebbe altissimo, ma anche per la politica, perché segnerebbe l’ennesimo atto di rottura con i cittadini”. Anche se risicati, i numeri sulla carta sono dalla parte del presidente della Regione: Crocetta può contare su 46 voti (compreso il suo) più uno-due deputati del gruppo Misto, il minimo necessario per respingere l’attacco pentastellato. L’opposizione, almeno alla vigilia, non dà i segnali di compattezza. Anzi.
Il Pdl riunirà il gruppo parlamentare mezz’ora prima della seduta ma è diviso tra falchi e colombe, mentre il Pid-Grande Sud ascolterà la replica del governatore in aula e poi deciderà come votare. Libertà di voto, invece, per i deputati del Pds-Mpa. Tre deputati su quattro della lista che fa capo a Nello Musumeci, invece, hanno firmato la mozione assieme ai 14 parlamentari M5s, dunque voto scontato. Contro la mozione, in aula per la maggioranza, interverrà il capogruppo del Pd, Baldo Gucciardi, l’artefice della mediazione che negli ultimi giorni ha consentito di riportare un po’ di serenità tra il governatore e i falchi democratici, che avevano ottenuto in direzione regionale il ritiro dell’appoggio del partito a Crocetta. Si vedrà in aula. Voterà contro la sfiducia anche l’Udc che si aspetta però una maggiore sinergia tra il governo e la maggioranza che lo ha eletto.
“Ho letto il testo della mozione, lo ritengono immotivato”, dice Crocetta. “Scrivere che faccio chiacchiere sulla legalità è incredibile, nessuno inoltre può dire che questo primo anno di governo l’ho trascorso senza lavorare”, aggiunge. Pur riconoscendo l’autonomia del Parlamento, il governatore trova “singolare” che “chi viene eletto da popolo possa essere sfiduciato dalla politica”. “Sarebbe più corretto – sostiene – lasciare giudicare ai cittadini”. Per Crocetta l’assenza di un governo, dovuta all’eventuale voto favorevole alla sfiducia, “avrebbe effetti devastanti”. E cita “la spesa dei fondi comunitari, gli appalti per le opere pubbliche, le migliaia di precari, la programmazione dei fondi Ue 2014-2020”. “La conseguenze sarebbe quella di far precipitare una situazione che nei fatti – osserva – ha aperto nuove speranze per i siciliani e che ha dato credibilità alla nostra Regione a livello nazionale e internazionale, come recentemente confermato dalle Agenzie di rating”. Quindi consegna un messaggio al Parlamento: “Governiamo insieme, ma questo non significa allargare il governo ad altre forze politiche, ma intendersi sulle cose da fare”.