Si è concluso il progetto “Italy in a Day“, il primo film italiano collettivo che ha coinvolto chiunque avesse avuto voglia di raccontare la propria storia, munito di telecamera. C’è ancora qualche ora per caricare sul sito i filmati, che saranno messi insieme dal regista premio Oscar, Gabriele Salvatores, e che potremmo vedere sul grande schermo nell’autunno del 2014.
Possiamo al momento solo ipotizzare cosa gli italiani abbiano filmato ieri. Una passeggiata a Mondello, l’eruzione dell’Etna, uno scorcio di vita personale o un evento. Sta di fatto che per partecipare, come ogni progetto italiano che si rispetti, gli aspiranti registi sono stati sommersi da troppa burocrazia.
I filmati potranno essere utilizzati, infatti, solo se verranno compilate e firmate dagli autori dei video, dalla persone riprese (genitori e tutor, in caso di minorenni) e dai referenti per le location, le liberatorie che, con tanto di numero di documento identificativo, autorizzano l’uso del materiale.
Nei casi di riprese ad eventi con molte persone, l’account Twitter di Italy in a Day aveva scritto di avvertire tutti quanti o in caso di non riprenderle in volto. Molti dei filmati probabilmente saranno scartati per aver disatteso proprio a questa richiesta.
Tra la “Liberatoria soggetti ripresi”, la “Liberatoria soggetti minori”, la “Liberatoria location” e il “Modello avviso riprese” (per chi volesse riprendere il pubblico di uno spettacolo), come riporta il Corriere, le pagine sono 15. Inoltre, nelle liberatorie, si fa riferimento alla «presa visione» del Codice Etico del Gruppo Rai, di cui è attivo il link nella versione digitale del pdf, ovviamente non su quella cartacea: altre 26 pagine.
Insomma, rispetto alle promesse fatte nello spot, partecipare non è poi così semplice e immediato. Chissà in quanti si saranno fatti scoraggiare dalle scartoffie.