Non tiene nemmeno un sassolino nella scarpa il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese. Li scaglia tutti contro politici ed ex politici che, pensando di poter controllare il mondo dell’industria siciliana per i loro giochi di potere, hanno ridotto l’economia dell’Isola alla peggiore di tutto il Paese.
“Basta guardare a quanto è successo con la vicenda dell’Irsap – spiega Albanese, galvanizzato dopo i segnali di apprezzamento per la strada intrapresa in Sicilia del sindaco di Verona Flavio Tosi – una riforma voluta fortemente da tutti, che è servita a tagliare gli sprechi e a dare alla regione un ente che si occupa di industria in Sicilia in maniera univoca. Ma loro (i politici, n.d.r.) – prosegue Albanese – hanno trovato comunque il modo di paralizzare tutto. E non perché abbiano dei dubbi nel merito della riforma, ma sul sistema delle nomine”.
Accesa è stata, infatti, la battaglia al Parlamento regionale sulla nomina di Alfonso Cicero al vertice dell’ente per l’industria, tanto da far saltare il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, Marco Forzese, che doveva appunto ratificare le nomine. “Questi sono soltanto segnali di nervosismo – afferma Albanese – per aver perso il controllo di un settore, quello industriale, che fino ad oggi hanno sempre utilizzato per piazzare i propri uomini”.
E come ci attaccano? Delegittimandoci sul piano dell’antimafia. “Ma noi non ci faremo scoraggiare – promette il presidente di Confindustria Palermo – perché confidiamo nella dedizione di molti imprenditori che si sostengono a vicenda nelle difficoltà che conseguono alle denunce contro il racket”.
Come Giuseppe Todaro, responsabile per la legalità di Confindustria Palermo, che passa moltissimo tempo stando vicino a chi denuncia, accompagnando i colleghi dalle forze dell’ordine, anche a discapito della propria azienda e della propria famiglia.
“Perchè non fanno questi signori quello che sono chiamati a fare?”, provoca Albanese. “Non gli chiediamo nemmeno di pensare, perchè potrebbe complicare tutto, ma soltanto di recepire quello che altri hanno già fatto, come la legge sui ribassi nelle gare d’appalto”.
Il Parlamento nazionale ha convertito in legge una serie di decreti che tutelano dai ribassi delle gare d’appalto il costo della manodopera, mettendo in sicurezza dunque il lavoro regolare degli operai dei cantieri. “Se il costo del lavoro non può essere ribassato – spiega Albanese -gli imprenditori non possono risparmiare tagliando sugli stipendi, la sicurezza e i contributi dei dipendenti“. Una norma, fondamentale, per esempio, per il rilancio del settore edilizio, molto in sofferenza.
“Non gli chiediamo di pensare a una legge simile per la Sicilia – ribadisce Albanese – perchè potrebbero fare soltanto guai. Gli chiediamo molto semplicemente di recepire quella nazionale”. E conclude: “Ma non ci potevano pensare da soli? È possibile che debbano sempre essere le associazioni di categoria a fare da pungolo, da stimolo? Cosa fanno loro?”.