Prima di spostarci nellʼentroterra visitiamo uno dei tanti gioielli che i quasi millecinquecento chilometri di costa della Sicilia riescono ancora ad offrirci: il borgo marinaro di Marzamemi (Foto 1).
Pochi chilometri a nord di Portopalo (tutto unito, come mi ha fatto giustamente notare una lettrice, al contrario dellʼomonima frazione in provincia di Agrigento) di Capo Passero, e altrettanti a sud della Riserva naturale di Vendicari, Marzamemi, anche per questa sua collocazione geografica è ormai da molti anni una delle località turistiche più apprezzate e più visitate della Sicilia.
Il borgo seicentesco è un grosso complesso architettonico con impianto regolare caratterizzato da due grandi spazi: uno, detto la balata (Foto 2,3),aperto sul porto vecchio, lʼaltro invece racchiuso nel suo perimetro dalle case dei pescatori (ormai disabitate da tanti anni) disposte regolarmente e interrotte dalla facciata del palazzo Villadorata e delle due Chiese una più piccola coeva del Palazzo (1752), lʼaltra edificata più recentemente per volontà di Papa Pio XI° entrambe intitolate a San Francesco di Paola, Santo Patrono di Marzamemi (Foto 4,5).
Eʼlʼattuale piazza Regina Margherita parzialmente occupata nei mesi estivi da ombrelloni e tavoli di bar e ristoranti caratteristici, teatro della movida marzamemiana. Qui si svolgono tutte le manifestazioni del mese di agosto, compreso la Santa Messa serale per la festa del Patrono. Festa molto sentita che coinvolge non soltanto gli abitanti del borgo ma anche i turisti italiani e stranieri che partecipano attivamente sia alle funzioni religiose e che alle divertenti e appassionanti gare marinare.
Il palazzo del Principe di Villadorata (Foto 6) occupa tutto il lato ovest della piazza. Si narra che dalla terrazza il Principe, proprietario dellʼintero borgo e della tonnara, controllasse i suoi operai al lavoro. Lʼedificio, interamente costruito in pietra arenaria, non presenta particolari bellezze artistiche sia al suo interno che allʼesterno. Pare fosse ricco di mobili pregiati, quadri, argenti e oggetti preziosi saccheggiati durante la seconda guerra mondiale.
Piazza Regina Margherita e la balata sono in comunicazione tra loro attraverso un vicolo caratterizzato dallʼinconfondibile arco in pietra (Foto 7)che compare nelle scene di alcuni film famosi e in alcuni episodi della fortunatissima serie del Commissario Montalbano. Il borgo di Marzamemi per le sue caratteristiche infatti è stato scelto come location privilegiata da numerosi registi: Klaus Maria Brandauer (per “Mario e il Mago”), Giuseppe Tornatore (per “Lʼuomo delle stelle”), Gabriele Salvatores (per “Sud”) e i fratelli Taviani (per “Kaos”). Come dimenticare la scena della contesa tra Lollò Zirafa (Ciccio Ingrassia) e Zì Dima Licasi (Franco Franchi) prigioniero della giara.
Uscendo dal vecchio borgo al centro della piccola baia lʼaffascinante isolotto (Foto 8,9)di proprietà della famiglia Brancati, parenti del noto scrittore e drammaturgo nativo di Pachino. Prima di iniziare la passeggiata sul lungomare è dʼobbligo una sosta per acquistare i prodotti artigianali derivati dalla lavorazione del tonno, sia salati che allʼolio. Famosissima è la bottarga di tonno rosso prodotta artigianalmente secondo le antiche tradizioni arabe. Ai primi dellʼ800 la tonnara di Marzamemi era considerata seconda soltanto a quella di Favignana, e comunque la migliore tra quelle di ritorno (si dicono di ritorno le tonnare che intercettano i branchi di tonni che “ritornano” a sud dopo aver solcato i mari più a nord, come lʼAdriatico). Il complesso sistema di reti per la cattura dei tonni e illustrato da un grande cartello sulla strada (Foto 10,11).
Negli ultimi decenni il sensibile calo della pesca ha portato alla chiusura di molte tonnare (da Siracusa in giù se ne contavano sette: Santa Panascia – Terruzza – Fontane Bianche – Avola – Vendicari – Marzamemi e Capo Passero), e la stessa tonnara di Marzamemi, ancora attiva, oggi viene utilizzata saltuariamente. Ma è lʼagricoltura ancor più che la pesca la vera risorsa di questo territorio. Marzamemi è frazione del grosso centro agricolo di Pachino (22.000ab.) famoso un tempo per la produzione di mosti e vini da taglio destinati ai mercati del nord Italia e della Francia, oggi invece per la produzione ortofrutticola. Il pomodoro ciliegino di Pachino (Foto 12)è il capofila delle specialità di queste terre. Fresco o lavorato per la conservazione, è presente nelle tavole di tutto il mondo: crudo accompagnato da bocconcini di mozzarella, o passato in padella con cipolla e capperi e basilico fresco per un saporito piatto di pastasciutta, il ciliegino da sapore freschezza e soprattutto allegria ai piatti. Lo troviamo anche essiccato sui banchi di vendita dei negozi dellabalata.Per farlo rinvenire occorre tenerlo non più di tre minuti in acqua bollente e aceto, e poi, una volta raffreddato lo si può condire con olio dʼoliva e origano. Un condimento speciale per il pane cunzato.
Sul lungomare incontriamo il “Caffè al Ciclope” che il celebre quotidiano inglese “The Guardian” ha messo in testa alla speciale classifica dei migliori “caffè sulla spiaggia” dʼEuropa nel 2013. Un riconoscimento tanto inaspettato quanto gradito per questo locale (che ha sede anche a Pachino) già famoso non soltanto per la varietà dei gelati e per la freschezza delle cremolate alla frutta, ma anche per la produzione di dolci della tradizione siciliana e locale (le sfogliate di ricotta le mie preferite!). Giunto al porto nuovo non resisto alla tentazione di carpire qualche immagine dalla superficie del mare: il tremolìo degli alberi delle barche a vela riflessi sullʼacqua da la sensazione di un elettrocardiogramma (Foto 13,14,15,16). Qualche anno fa sono tornato a Marzamemi nei primi giorni di gennaio, certo che anche in inverno avrei potuto cogliere qualche magia. Non era ancora lʼalba e tutto il borgo era avvolto da una soffice nebbia. Lʼunico pescatore che ho incontrato mi diceva che non la vedeva accussì fitta da almeno cinquantʼanni.
Le barche e lʼisolotto sembravano sospesi.Tutto era grigio. Spiccava soltanto il rosso fosforescente di un gommone attraccato alla boa. Nessuno per strada, nemmeno in piazza Regina Margherita ancora addobbata per il Natale.(Foto 17,18,19,20) Uno spettacolo surreale. Il tempo sembrava scorrere lentissimo, così come lentissimo sembrava il sorgere del sole. Poi come dʼincanto la nebbia è sparita restituendo a Marzamemi i suoi colori: lʼazzurro intenso del cielo e del mare, il giallo della pietra arenaria e il rosso bordeaux del villino Brancati (Foto 21,22,23,24,25).