Più che una richiesta di chiarezza, i grandi dell’Unione europea pretendono la verità sulle presunte intercettazioni telefoniche del governo statunitense sull’Europa. Il dialogo diplomatico fatto di raffinatezze e glaciali cortesia stavolta mal cela un problema evidente: il datagate non può essere cancellato dal Vecchio continente senza che ci siano delle conseguenze.
Il giornalista Greenwald, portavoce della talpa del datagate, quell’Edward Snowden che non ha intenzione di ritornare negli Usa, ha scagliato delle vere e proprie bombe a mano contro il governo statunitense: la Nsa, l’agenzia di sicurezza statunitense, avrebbe spiato 35 leader mondiali, tra cui Merkel, Hollande e Letta. La minaccia è sempre più grande e secondo il Washington Post gli Stati Uniti starebbero avvertendo alcune intelligence straniere che tra i documenti di Snowden ci sarebbero anche quelli delle collaborazioni segrete con la casa Bianca.
Questi documenti potrebbero creare ulteriori imbarazzi tra i governi alleati del Paese a stelle e strisce, che già devono fronteggiare la furia dell’Europa: la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande hanno convinto tutti i capi di Stato e di governo Ue, riuniti per la prima sessione del Consiglio Europeo, a pressare la Casa Bianca per trovare entro l’anno non solo una visione chiara dei fatti ma anche un accordo transatlantico affinché la situazione non si ripeta. Indiscrezioni però volevano la Gran Bretagna contraria: inizialmente sembrava che il premier britannico David Cameron volesse fare ostruzionismo, ma conclusa la prima sessione del Consiglio le cose sono cambiate.
Il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy è stato chiaro: “Sono state accolte le proposte di Francia e Germania, tutti i 28 paesi erano d’accordo: anche il Regno Unito”. L’Europa si presenterà dunque compatta all’avvio dei colloqui bilaterali con gli Stati Uniti per chiudere una volta per tutte la questione intercettazioni.
Lo scandalo del datagate in Europa è esploso negli scorsi giorni, con la miccia accesa dalle intercettazioni in Francia e la deflagrazione con la notizia dello spionaggio di Angela Merkel da parte della Casa Bianca. La cancelliera tedesca, secondo le ultime indiscrezioni, veniva intercettata da un’unità ospitata dall’ambasciata Usa a Berlino: lo svelo la Sueddeutsche Zeitung, citando alcuni documenti trafugati da Edward Snowden. La Merkel intanto ha annunciato di non servirsi più del cellulare della Cdu messo sotto controllo e che adesso si serve di linee telefoniche criptate.
Per ristabilire la fiducia “non bastano le belle parole, é necessario un vero cambiamento”, ha affermato il premier tedesco che però assicuro che la Germania rimarrà partner degli Usa con “fiducia e rispetto”. Non sembrerebbe però dello stesso parere il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz: “Ci sono alcuni standard e criteri che si devono rispettare, altrimenti non ha alcun senso parlarci l’un l’antro”, ha affermato, prima di aggiungere “Penso che si debbano sospendere i negoziati tra noi e gli Stati Uniti”. Poco dopo, il presidente del Parlamento ha ritrattato, spiegando cosa intendeva dire: “Io sono favorevole al trattato di libero scambio con gli Usa, ma se venissero confermare le intercettazioni della cancelliera Merkel dobbiamo chiederci perché: non possiamo negoziare con un partner di cui non ci fidiamo”.