La Corte Intermedia del Popolo di Jinan ha respinto la richiesta di appello di Bo Xilai, ed ha confermato la sentenza di primo grado: dovrà dunque scontare l’ergastolo per i reati di corruzione, appropriazione indebita e abuso di potere.
“La corte popolare d’appello di Shandong ha respinto l’appello e confermato la pena del carcere a vita nel caso di corruzione, appropriazione indebita e abuso di potere riguardante Bo ZXilai”, ha annunciato l’agenzia Nuova Cina sul suo profilo Weibo, l’equivalente cinese di Twitter.
Bo Xilai è stato segretario del Partito Comunista di Chongqing fra il 2007 e l’inizio del 2012, quando fu prima rimosso dall’incarico e in seguito sospeso da tutte le cariche a livello nazionale in relazione alla morte di un uomo d’affari britannico, Neil Heywood, che lavorava alle dipendenze della sua famiglia, e per il cui omicidio la moglie di Bo, Gu Kailai, è stata condannata nell’agosto 2012 alla pena di morte sospesa, sanzione equivalente all’ergastolo. Oltre alla carica di segretario del partito a Chongqing, Bo Xilai era anche fino all’anno scorso uno dei 25 membri del Politburo del Pc e ambiva a entrare nella cerchia ristretta del Comitato Permanente del Politburo, il vertice del potere cinese.
La vicenda che ha portato alla condanna all’ergastolo era cominciata nel febbraio 2012, quando l’allora braccio destro di Bo a Chongqing, Wang Lijun, vice sindaco e capo della Pubblica Sicurezza, si rese protagonista di una clamorosa fuga nel consolato statunitense di Chengdu, non lontano da Chongqing, dal quale uscì solo il giorno dopo, per essere subito arrestato dalla polizia di Pechino, giunta sul posto. Durante il processo al leader caduto in disgrazia, Wang ha spiegato in un confronto con il suo ex boss di temere ritorsioni da parte di Bo per essere venuto a conoscenza dell’omicidio Heywood. Wang Lijun è stato condannato nel settembre 2012 a quindici anni di carcere per diserzione, corruzione, abuso di potere, e per avere piegato la legge a fini personali.