Dalle quasi ceneri del Pdl, un partito spaccato e sempre meno stabile, rinasce oggi Forza Italia: Silvio Berlusconi torna al potere tra i suoi, mettendo le mani ancora una volta sulla corona del centrodestra. Le sue intenzioni sono chiarissime già dalla programmazione dell’organigramma del partito: non è prevista nella nuova Forza Italia la figura del segretario. Uno smacco per Angelino Alfano, che sembrava stesse traghettando il Pdl in un’era post-berlusconiana.
Il Cavaliere però non ci sta e ritorna in sella riproponendo un nome che nel bene o nel male ha fatto la storia di 20 anni di politica italiana: ci sarà posto solo per un leader e Alfano probabilmente non ha speranze. Il vice premier si trovava a Bruxelles in rappresentanza del partito al consesso dei popolari europei quando è stato avvertito della sua convocazione di oggi all’ufficio della presidenza del Popolo delle libertà. Chi è vicino ad Alfano a questo punto potrebbe chiedere la scissione, o uno dei ministri tra Quagliarello e Lorenzin. Ancora, Schifani, Giovanardi, Formigoni e Sacconi rimarranno al loro posto.
Un appello all’unità del partito arriva dalla senatrice Simona Vicari, che oggi ha dichiarato alla trasmissione Agorà: “Spero che oggi non si svolga l’Ufficio di presidenza del Partito. Il mio è un appello all’unitá del Pdl in un momento delicato e che mi sento di rivolgere al presidente Berlusconi”.
Se Alfano rischia, Berlusconi sembra puntare tutto ciò che ha: se dovesse esserci una effettiva scissione, la sua manovra sarebbe vana e la corona ripresa del tutto fatiscente. Del resto quest’operazione potrebbe mettere a repentaglio la vita stessa del governo, ma di certo rappresenta un segnale chiaro a ridosso del voto per la decadenza del Cavaliere da senatore: Berlusconi vuole continuare a giocare agli scacchi della politica, non come pedina, ma come Re.