Il leader indiscusso è sempre lui, Silvio Berlusconi. Lo ha ribadito ancora una volta il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani in un’intervista al Corriere della Sera. Una posizione, la sua, che si colloca esattamente al centro tra i “falchi” e le “colombe” del suo partito. Anche decaduto, il Cavaliere resterà a capo di tutto: indicherà la rotta da seguire per il Pdl- Forza Italia e deciderà le sorti del governo Letta.
Sulla decadenza dell’ex premier Schifani non si arrende e intravede ancora spiragli che lo possano tirare fuori di guai e rilancia su alcune contraddizioni che intravede nella Severino: “Dopo la sentenza della Corte d’appello sull’interdizione occorre aprire una pausa di riflessione: non si può ammettere che per una stessa condotta una sentenza fissi l’incandidabilità per due anni e una legge per sei anni”.
E in merito all’ennesimo rinvio a giudizio di Berlusconi per l’accusa di “compravendita” di senatori, Schifani alza gli scudi per proteggere il suo leader: “Il cerchio giudiziario si sta inesorabilmente stringendo attorno a Berlusconi. Ma più aumenta la persecuzione – sostiene Schifani – più cresce in noi la convinzione che resterà comunque lui il leader del centrodestra”.
Intanto gli animi restano accesi nella maggioranza delle larghe intese dopo l’elezione di Rosy Bindi all’Antimafia. Schifani parla di un passo falso da parte del Pd nel concordare le nomine. In particolare, ricorda Schfani, il Pd si è opposto all’elezione di Daniela Santanchè a vicepresidente della Camera perché giudicata “divisiva”. “Anche per noi la Bindi è ‘divisiva’ ma è stata eletta ugualmente”. Poi ha precisato che il Pdl continuerà a disertare le sedute della Commissione fino a quando la Bindi “non farà marcia indietro”.
E sugli scontri interni al Pdl il senatore conclude: “Mi auguro che il partito non si divida. Per noi il presente e il futuro si chiama Berlusconi. Del resto i sondaggi continuano a premiarci”.