È stato battezzato “svuota province”, il disegno di legge del ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio approvato dal Consiglio dei ministri e presto in discussione in Parlamento. Un tentativo di abolire le province senza passare dalla modifica della Costituzione. Privandole di competenze, vietandone il rinnovo alla scadenza, sostituendole con le Città metropolitane. Un tentativo, per la cronaca, già tentato dall’ex premier Mario Monti con un decreto legge, bocciato malamente dalla Corte costituzionale.
Delrio ci riprova, stavolta con un disegno di legge. L’idea di fondo del ddl “sulle città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” è iniziare a limitare le loro competenze, in modo da facilitare la transizione. Ma i costituzionalisti non ci stanno. In 44, 44 “professori” come li hanno chiamati hanno firmato un appello alle Commissioni Affari istituzionali di Camera e Senato affinchè blocchino il ddl: “Il sovrapporsi disordinato di provvedimenti di ‘riforma’ del sistema delle autonomie locali lascia disorientati”.L’appello dei 44 prof non lascia margini di interpretazione: “Riteniamo che non si possa comunque con legge ordinaria sopprimere le funzioni di area vasta delle Province e attribuirle a Regioni e Comuni – scrivono – né trasformare gli organi di governo da direttamente a indirettamente elettivi, né rivedere con una legge generale gli ambiti territoriali di tutte le Province”.
Pronta la risposta del dicastero guidato da Delrio che, attraverso una nota del professor Franco Pizzetti, consigliere giuridico del ministro, afferma: “I colleghi sanno soltanto difendere l’esistente, senza prospettive sul futuro”. “Spiace vedere – prosegue la nota- che molti colleghi continuano a considerare il ruolo del costituzionalista in una visione strettamente legata alla difesa della lettera delle norme e alla conservazione dell’ordinamento esistente, mentre al contrario è storicamente compito della scienza costituzionale accompagnare i cambiamenti dell’ordinamento assicurando la gelosa difesa dei valori costituzionali”. Il ddl Delrio, ha asdicurato infine, “è in linea con la Costituzione, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale sul decreto Monti”.
Una sentenza che spetterá ovviamente, di nuovo, alla Corte Costituzionale. La sola cosa certa è che la vita delle Province è sempre più difficile e incerta. Anche nelle Regioni – anzi nella Regione, la Sicilia – in cui sono state abolite, grazie allo Statuto speciale. “I firmatari dell’appello hanno ripetuto con autorevolezza posizioni che noi andiamo ripetendo inascoltati ormai da mesi, se non addirittura anni – ha affermato il presidente dell’Unione province d’Italia, Antonio Saitta. – Noi purtroppo siamo accusati di parlare per difendere privilegi e poltrone, ma questa volta – ha attaccato – sono eminenti costituzionalisti a chiedere la difesa delle regole per dare al Paese una riforma razionale e legittima, non solo un’operazione di populismo massmediatico”.